
È morto Nino Benvenuti, leggenda dello sport italiano, campione del mondo dei pesi medi di pugilato e medaglia d’oro ai Giochi di Roma ’60. Lo scorso 26 aprile aveva compiuto 87 anni. Con la sua scomparsa se ne va uno dei più grandi atleti italiani del Dopoguerra, un simbolo di eleganza, determinazione e orgoglio nazionale.
Tecnica e stile, un dilettante imbattibile
Nato il 26 aprile 1938 a Isola d’Istria (la Slovenia odierna), cresciuto a Trieste, iniziò giovanissimo a praticare la boxe, distinguendosi subito per tecnica e stile. Da dilettante fu imbattibile: vinse oltre 120 incontri e ottenne il suo massimo trionfo alle Olimpiadi di Roma del 1960, dove conquistò la medaglia d’oro nei pesi welter battendo in finale il sovietico Jurij Radonjak.
Quei due match con Monzon
Ma la sua figura è legata a due incontri nel 1970 e 1971 con in palio il titolo mondiale dei medi con l'argentino Carlos Monzon, che tenevano svegli gli italiani per guardare gli incontri alla tv ancora in bianco e nero.
"Nel 1968 non potevo essere di sinistra, avevo tutto"
Singolari le sue parole in un intervista ad ampio raggio rilasciata a Repubblica nel 2018 in occasione dei suoi 80 anni: "Nel 1968 non potevo essere di sinistra perché avevo tutto".
Il ricordo dell'ex campione genovese Piras: "Un mito"
Molto scosso per la morte di Benvenuti è il pugile genovese ex campione d'Italia nel 1969 Antonio Piras, 74 anni, originario di Carbonia ma da tempo residente a Genova, a Quezzi, dove ora fa il pastore: "Lo conobbi nel '67 a Fiuggi dove partecipai alla preolimpica, lui era già un campione, per noi era un mito e un esempio". Piras poi dovette rinunciare a partecipare alle olimpiadi perchè vittima di un grave incidente in Vespa.
IL COMMENTO
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