Nei giorni più difficili e tristi della storia della Sampdoria, finalmente un giorno di festa: Fabio Quagliarella compie quarant'anni e li festeggia da calciatore, tagliando un traguardo che vede molti suoi compagni di militanza già in panchina o dietro una scrivania.
La storia di Quagliarella avrebbe potuto essere quasi tutta blucerchiata. Al primo incrocio da avversario, con la maglia dell'Ascoli e agli ordini di un giovane tecnico di nome Marco Giampaolo, aveva segnato il gol della vittoria bianconera a Marassi. Poi, una delle tante genialate di Marotta. Nell'estate del 2006, il passaggio all'Udinese del giovane Salvatore Foti, diciottenne di bellissime speranze e oggi vice di Mourinho alla Roma, in cambio di 2 milioni e delle comproprietà del difensore Pieri e del giovane attaccante Quagliarella.
Nella stagione successiva, agli ordini di Novellino, il 23enne attaccante stabiese disputò una stagione eccezionale: 13 gol di grande bellezza, la chiamata in Nazionale, la doppietta in Lituania. Poi, la ferita: la Sampdoria che decide di perderlo alle buste per 600mila euro di differenza, il lungo esilio tra Udine, Napoli e le due torinesi, un periodo scandito da una brutta vicenda di stalking risolta dopo anni di sofferenze, quindi il ritorno al Doria nel gennaio 2016. Da allora Fabio - che ha sempre indossato il numero 27 in memoria di Niccolò Galli, compagno di squadra nelle giovanili del Bologna scomparso giovanissimo in un incidente stradale - ha tagliato il traguardo dei cento gol blucerchiati, è stato il terzo doriano di sempre dopo Brighenti e Vialli a vincere la classifica dei cannonieri, si è conquistato un posto tra i grandissimi e nel cuore dei tifosi, che non vorrebbero smettesse mai. Quel giorno arriverà, per ora si festeggia il compleanno di un campione.
IL COMMENTO
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