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Per salvare le aziende di Ferrero si rischia di affossare la Sampdoria: ecco perché
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La Sampdoria ha iniziato gli allenamenti nel ritiro del Calista Sports Center di Kadriye, nella provincia turca di Antalya.  Andrea Conti e Harry Winks sono stati aggregati ai compagni ma proseguono le terapie di recupero personalizzate. Gli altri calciatori, ad eccezione di De Luca e Pussetto, rimasti a Genova, lavorano al ritmo di doppie sedute.

Domenica, alle ore 17,30 locali, le 15,30 in Italia, è prevista la prima amichevole contro i sudafricani del Ts Galaxy Football Club. Stankovic ha voluto fortemente questo ritiro di due settimane, anche per motivi scaramantici: era stato nello stesso posto con la Stella Rossa e alla ripresa del campionato aveva rimontato cinque punti al Partizan aggiudicandosi lo scudetto.

Per la società si tratta di un impegno oneroso, oltre 300 mila euro, tanti considerate le difficoltà finanziarie attraversate.

Mancano cinque giorni all’assemblea degli azionisti del 14 dicembre prossimo presso la sede milanese di Banca Lazard, l’advisor che ha portato al tavolo delle trattative Merlyn Partners di Alessandro Barnaba, impegnato in queste ore nella due diligence in data room. Difficilmente il Fondo in questione formulerà un’offerta tale da soddisfare contemporaneamente sia le esigenze dei concordati – 33 milioni – sia quelle della ricapitalizzazione del club in affanno.

Si configura così l’ipotesi di un paradosso che va a tutto svantaggio della Sampdoria: il Trustee Gianluca Vidal, infatti, non perde occasione per dichiararsi costretto ad accettare solo proposte che siano pari alla somma idonea a coprire i debiti di Holding Max, la capogruppo dei Ferrero. Non accettando offerte differenti, per salvare Eleven Finance e Farvem Estate aggraverebbe automaticamente la crisi finanziaria della società blucerchiata.

Resta da capire quale vantaggio arrecherebbe questa situazione a Massimo Ferrero, se non la conseguenza di trascinare a fondo sia le sue aziende "decotte" che la Sampdoria stessa, con la quale potrebbe al massimo tirare avanti ancora qualche mese (salvo colpi di scena o improbabili conigli dal cilindro).

Tanto più che il Governo ha accettato che alla scadenza dei versamenti Irpef del 22 dicembre, i club possano spalmare gli arretrati fiscali e previdenziali in 60 rate in 5 anni, pagando solo una sanzione del 3%.

Insomma, come nella favola di Esopo lo scorpione morde la rana che lo sta portando a guadare il fiume. Moriranno tutti e due ma è la natura dello scorpione.