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Si è tenuta questa sera a Dubai la 13° edizione dei Globe Soccer Awards che premiano i calciatori, le calciatrici, gli allenatori e i dirigenti che si sono distinti durante l'anno. Italia grande protagonista e premiata Nazionale dell'Anno, in virtù anche dell'Europeo conquistato quest'estate. Il c.t. degli Azzurri Roberto Mancini è stato premiato come miglior allenatore dell'anno, riconoscimento meritato per il lavoro fatto con la Nazionale: "Non eravamo fra i favoriti? Però noi abbiamo sempre creduto nella possibilità di vincere l'Europeo" ha dichiarato con orgoglio il tecnico marchigiano.

Premiati anche Leonardo Bonucci e Gianluigi Donnarumma, rispettivamente come miglior difensore e miglior portiere dell'anno 2021. Il Chelsea del centrocampista Jorginho, perno dei blues e della Nazionale, ha ritirato il premio di miglior club dell'anno, in virtù anche della Champions League conquistata a luglio.

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Lo Spezia è pronto a riprendere la preparazione, mercoledì 29 al centro sportivo di Follo, con un problema in più: la defezione di Ebrima Colley che, al pari del cugino Omar che gioca nella Sampdoria, è stato convocato dal Gambia per la Coppa d'Africa. Resta invece in Italia Emmanuel Gyasi, estromesso dal novero delle convocazioni della nazionale del Ghana di cui era stato in passato un punto fermo.

Dopo una lunga serie di consultazioni natalizie tra i diretti interessati, la società sembra aver deciso di confermare fiducia a Thiago Motta, che malgrado la vittoria di Napoli sembrava più che a rischio, per via dei rapporti non idilliaci con parte non marginale dello spogliatoio. L'unica candidatura alternativa rimasta era quella di Marco Giampaolo, che in carriera non è certo uno specialista dei subentri in corsa, controindicazione ulteriore a quella della penale di 400mila euro da pagare in caso di esonero di Motta prima della fine dell'anno solare, con chiusura anticipata del triennale sottoscritto la scorsa estate dopo la repentina fuga di Italiano. Ma sarebbe stato proprio l'ex allenatore della Sampdoria a declinare l'offerta di Pecini, che a suo tempo era stato determinante nel portarlo in blucerchiato e a difenderlo quando, dopo l'incerto avvio, Ferrero in persona aveva contattato Colantuono a Roma prima del derby che, vinto dal Doria, avrebbe avviato l'ottimo triennio genovese di Giampaolo.

Avanti con Motta, quindi, nella speranza che il tecnico italo-brasiliano possa riprendere il controllo del gruppo in vista dei primi impegni dell'anno nuovo: 6 gennaio il Verona al Picco e, soprattutto, il 9 gennaio il Genoa a Marassi, per una partita che dirà molto del campionato di entrambe.

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Nel giorno dell'assemblea degli azionisti della Sampdoria - convocata alle 19 nello studio di Mestre del commercialista Gianluca Vidal, consigliere del club e trustee del trust Rosan che custodisce la società in funzione di garanzia di due procedure concordatarie di società del gruppo Ferrero - due ex giocatori molto popolari tra i tifosi sono in lizza per la carica di presidente di garanzia.

Al nome di Marco Lanna che circola da giorni, infatti, si è affiancato in queste ultimissime ore quello di Enrico Nicolini: genovese e tifoso sampdoriano come Lanna, esordio in blucerchiato nel derby della rovesciata di Maraschi del 17 marzo 1974 ma una carriera di calciatore tutta altrove (Catanzaro, Ascoli, Napoli e Bologna, spesso da capitano), un mancato rientro negli anni d'oro sfumato per volontà di Bersellini che non voleva aizzare una rivalità con l'emergente Pari, lo scorso anno opinionista di Primocanale, fino al grande ritorno pochi mesi fa nel settore giovanile, prima come tecnico e poi come dirigente.

Sia Lanna che Nicolini avrebbero comunque funzioni simboliche: sia il difensore protagonista negli anni d'oro delle coppe e dello scudetto che la bandiera della Sud anni Settanta sono volti chiaramente discontinui rispetto a una gestione in cui per otto anni la lingua ufficiale era stata il romanesco e quanto allo stile lasciamo perdere.

"La Sampdoria ai sampdoriani" è uno slogan in assoluto forse anacronistico, in un mondo professionistico spinto all'esasperazione dove neppure i vari Nassi Marotta Vialli e Mancini e Vierchowod erano nati tifosi blucerchiati, ma in questo momento c'è bisogno di ristabilire un legame tra un popolo smarrito e deluso e i suoi simboli. Poi dietro il presidente-icona ci saranno gli uomini dei conti e della diplomazia, per voltare davvero pagina rispetto a una situazione in cui la Sampdoria resta tuttora proprietà di Vanessa e Giorgio Ferrero, figlia e nipote di Massimo, tutti e tre agli arresti domiciliari su ordine della Procura di Paola (Cosenza), in merito all'inchiesta per bancarotta e altri reati societari legata al fallimento di alcune società del gruppo trasferite ad Acquappesa (Cosenza) poco prima dell'estinzione. Impossibile pensare a una Sampdoria futura ancora nel segno dei Ferrero, ma la "transizione ecologica" verso una nuova proprietà - è già scattato il toto-nomi, spesso fondato sui sogni e non sulla realtà - sarà tutt'altro che breve e potrebbe non essere indolore.