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Già da una settimana Gilardino è senza alcun dubbio l’allenatore del Genoa fino a giugno con la missione di portare in A la squadra rossoblu. Macché traghettatore, in attesa di un nuovo mister dopo il traumatico esonero di Blessin che ormai era in caduta libera fino ai due ko pesanti con Perugia e Cittadella. Gilardino non ha perso tempo come invece ha fatto Spors che voleva continuare con Blessin,  e così ha mollato seppur a malincuore la sua Primavera e si è messo a disposizione della società, giocandosi le sue carte. Dieci punti in 4 partite sono un miracolo visto l’andazzo disastroso con Blessin.

Gila ha conquistato con intelligenza i giocatori, carisma ne ha per la sua grande carriera culminata con la conquista del mondiale nel 2006 con gli azzurri, poi tutta la dirigenza anche in Florida. Ha stile, ovviamente nome, e pure fa punti. In più il Genoa sia col Frosinone che a Bari ha fatto vedere anche del gioco. Contro i pugliesi Bani e compagni sono stati squadra e inoltre in una bolgia incredibile con oltre 45 mila spettatori, il Genoa ha tirato fuori non solo gli artigli ma anche una grande personalità. L’esempio più clamoroso la prestazione del giovanissimo Boci che è sembrato un veterano sulla sinistra.

Il gruppo c’è e ora dopo qualche giorno di vacanza si tornerà a lavorare per partire forte nel girone di ritorno. Il calendario dice Venezia in casa, Benevento fuori e il forte Pisa al Ferraris. Il Genoa avrà un Criscito in più e soprattutto la consapevolezza che Gilardino ha dato a tutti i ragazzi di poter vincere con chiunque. Da ex bomber dovrà lavorare su Coda rimasto fuori col Bari e per questo già al centro di possibili richieste da club di B come l’Ascoli. Ma Coda sarà importante per im progetto di risalita in A.

L’appuntamento è per mercoledì 28 dicembre, ore 14, ovviamente a Boccadasse dove da 50 anni sventola su uno scoglio del Borgo la bandiera del Genoa. Il tam tam sui social dei sostenitori del Grifone è attivo da giorni e saranno tanti i tifosi a Boccadasse per riposizionare la bandiera del Genoa dove è sempre stata fino all’esposto alla Procura della Repubblica da parte di due tifosi della Sampdoria affinché venisse rimosso il vessillo dei “cugini”.

È una manifestazione spontanea che cresce di ora in ora. Intorno alle 14.30 verrà posizionata una nuova bandiera sullo scoglio per chiudere il 2022 con il simbolo rossoblu là dove una settimana fa era stato preventivamente tolto dopo appunto l’esposto pervenuto alla Procura della Repubblica del Tribunale di Genova.

La Samp si è ritrovata oggi a Bogliasco, dopo il ritiro in Turchia e le brevi vacanze di Natale. Alle porte c’è il primo impegno del 2023, il 4 gennaio alle 12,30 contro il Sassuolo a Reggio Emilia, dove Stankovic dovrà fare i conti con l’emergenza in attacco: Quagliarella out per almeno 40 giorni, Gabbiadini alle prese con un affaticamento muscolare, Pussetto convalescente, Caputo con tanta voglia di trasferirsi all’Empoli.

Ecco perché l’allenatore, in assenza di soluzioni di mercato, sta puntando tutto sul giovane Montevago, autore di una tripletta nell’ultima amichevole contro il Kaysar. Purtroppo non si può fare a meno di ricordare che la Samp ripartirà dal penultimo posto in classifica con appena 6 punti ed a 7 dal quart'ultimo posto occupato dallo Spezia.

Ma a tenere sulla corda la Sampdoria sono soprattutto le vicende societarie. Massimo Ferrero (attraverso il trustee Vidal) - come aveva ipotizzato da subito a Primocanale il consulente aziendale Roberto Albisetti - sta tentando di ottenere un prestito convertibile garantito dalle azioni del club blucerchiato. “Ma bisogna vedere – sottolinea Albisetti – quali sono le condizioni, ovvero prezzo e tempo di conversione, che Vidal pattuisce con il finanziatore, con il rischio di perdere la società entro il 2023 se mancasse il primo pagamento, destinato sicuramente a scattare dopo sei mesi dall’erogazione”.

A lato l’operazione con Merlyn Partners è arenata sulla non disponibilità di Alessandro Barnaba a riconoscere la buonuscita a Ferrero. E senza il via libera dell’azionista di maggioranza non può esserci l’aumento di capitale.

Esiste anche un terza via, sinora rimasta nell’ombra, per uscire dalla crisi societaria della Sampdoria. “Potrebbero essere le banche creditrici dei famosi 120 milioni (in larga parte garantiti dallo Stato) ad intervenire – spiega Roberto Albisetti - con un prestito convertibile garantito. Così anticiperebbero la prima fase della ristrutturazione del debito (detta turnaround. n.d.r.) ma non credo che questa soluzione sia proponibile da parte di Ferrero. Dovrebbe essere Barnaba – conclude Albisetti - a lanciarsi in quella direzione, dando alle banche la tranquillità di avere un compratore in pectore delle azioni. In tutto questo il CdA non sarebbe un protagonista ma un facilitatore dell’operazione”.