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Premesso che bisogna credere alla buona fede, altrimenti si chiude col calcio e non lo si segue più, ma le scelte arbitrali di questo fine settimana sono a dir poco una sfida al buon senso. Come si sa il Genoa è secondo posto col Bari terzo con tre punti di ritardo. Un po’ più sotto c’è il Sud Tirol. È chiaro che la volata è soprattutto tra Grifone e pugliesi per andare in A senza playoff andrebbe seguita dal punto di vista arbitrale senza alimentare polemiche che già ci sono state in Ascoli-Bari per la mancata concessione di un rigore per i marchigiani che avrebbero potuto pareggiare. Al Var c’era anche il genovese Marcenaro che forse non ha visto bene e non ha detto boh sul calcione preso da Dionisi nell’area avversaria al 90’.  La sua posizione era scomoda in quanto genovese (ma non genoano per niente) così si è girato dall’altra parte.

Ma ecco cosa si sono inventati per il prossimo turno di sabato e domenica. A Brescia nel match dei Lombardi col Genoa arbitra Sozza, un buon fischietto, ma al Var chi c’è? Abbatista di Molfetta nato a Bari. I rossoblu non fanno una piega ed è la scelta più signorile e di grande maturità. Insomma piena fiducia di tutto. Ma non finisce qui. Infatti a Terni per la sfida tra Ternana e Bari chi hanno mandato? Di Bello di Brindisi. Geograficamente il Genoa è già infilzato da entrambe le parti ed è li che gira sulla fiamma. Scherzi a parte si può dire che in Puglia non si amano proprio tutti nelle varie province e magari non sarà il Grifone a rimetterci, ma ai tifosi comprensibilmente queste decisioni del designatore sembrano una provocazione. Dovranno essere bravi arbitri e quelli al Var ad azzeccarle tutte. Non resta che avere fiducia, ma dalla riffa sono uscite fuori delle destinazioni che forse si potevano evitare. I conti si tireranno alla fine.

Non è stato solo Fabio Andolfi a salire sul secondo gradino più alto del podio (leggi qui), anche il fratello Fabrizio ha conquistato uno splendido risultato nella prima prova stagionale della GR Yaris Rally Cup.
Il savonese, neo arriva del Trofeo e affiancato da Savoia, ha saputo offrire una prestazione di spessore pur non conoscendo bene la vettura.
Fabrizio ha dimostrato di avere oltre che la velocità nel sangue, anche un continuo crescendo agonistico che gli ha permesso di dare battaglia sino all’ultimo alla coppia Paperini - Fruini tra l’altro Campione in carica del Trofeo.

GENOVA - Il tecnico del futuro rossoblu sarà ancora Alberto Gilardino. È chiaro che con la serie A in tasca sarà scontata la conferma dell’attuale mister. Lo ha detto l’amministratore delegato Blazquez, ma già i numeri parlano per Gilardino.

In 14 gare sono arrivati 31 punti, in casa il Grifone non prende gol e le prospettive promozione sono dietro l’angolo. È chiaro che la società’ vuole la promozione, e la cerca senza passare dai playoff. Gilardino ha conquisto tutti, prendendo la squadra al quinto posto e portandola al secondo con tre punti di vantaggio sul Bari. Ma non è ancora finita. La volata promozione è lunga, ma c’è ottimismo e il riconoscimento per il lavoro di Gila ora è tangibile.

Ma tutti si concretizzerà con la promozione e se lo stesso allenatore, omaggiato dai cori della Nord, sarà felice di rimanere qui. Insomma i discorsi sono abbozzati e se ne parlerà a campionato chiuso. Intanto c’è il match di Brescia che tiene la concentrazione di tecnico e giocatori. Haps sta recuperando dalla botta subita con la Ternana, ma se ci fossero problemi è pronto Criscito. Insomma la panchina è lunga e il Genoa non ha difficoltà a rimpiazzare i giocatori infortunati.

GENOVA -"I controlli riflettometrici, si è appreso in aula, per quanto scartati in tutto il mondo sono stati sostanzialmente l'unico elemento diagnostico usati per 25 anni per controllare Ponte Morandi".

E' la dura sintesi di Raffaele Caruso, avvocato delle famiglie vittime di Ponte Morandi, al termine dell'udienza per la tragedia del 14 agosto 2018 costata la vita a 14 persone. Udienza in cui sono stati ascoltati i responsabili delle verifiche riflettometriche ad impulsi elettrici che hanno lavorato per Autostrade per l'Italia e Spea: "Controlli - spiega ancora Caruso - gestiti da una filiera produttiva artigianale con alla base un anziano, probabilmente un bravissimo perito elettronico, che interpretava risultati non verificati da un'autorità mentre tutte le autorità scientifiche del mondo lo hanno bocciato e l'unico luogo dove veniva utilizzata questa tecnica è il Brasile, dove però la corredavano con altri sistemi di validazione che qui in Italia non sono mai stati utilizzati".

Caruso spiega ancora: "Comunque anche gli esiti, gli spunti che uscivano da questi test che richiedevano approfondimenti che le società Spea e Autostrade per l'Italia non hanno mai fatto e dunque anche i pochi risultati ottenuti non erano oggetto di una seria analisi per dar luogo a quelle verifiche che sarebbero state necessarie"


L'avvocato aggiunge: "La cosa drammatica che è emersa nell'udienza è che questo ponte era già affetto da una serie di limiti conclamati e riconosciuti da chi offriva il servizio come i falsi positivi e se avevo un risultato negativo non potevo essere certo che fosse attendibile, e poi tutti i risultati erano influenzati dal fatto che i cavi fossero troppo vicini fra loro e noi sappiamo che a Ponte Morandi i cavi erano addirittura ammassati, quindi uno strumento diagnostico quello delle prove riflettometriche che aveva dei limiti che andavano a evidenziarsi proprio sul ponte Morandi".