Sanità

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ROMA - "In un momento complesso come questo, in cui bisognerà avviare la medicina territoriale, non potremo non rivolgerci inizialmente a qualche Paese straniero che magari abbia una buona formazione in campo infermieristico". Sono queste le parole con cui il ministro della Salute Orazio Schillaci fotografa la situazione della sanità in Italia nel suo intervento al convegno per i 30 anni di Agenas, l'agenzia nazionale per i servizi regionali.

Secondo il ministro infatti manca il personale sanitario, anche se precisa che "non è vero che mancano 300mila infermieri", mentre il discorso legato ai medici sarebbe radicalmente diverso. "Più che mancare in maniera assoluta, certo averne qualcuno in più avrebbe fatto bene ma veniamo da una programmazione in medicina sbagliata, è che non vogliono fare alcune specializzazioni, per esempio Emergenza-urgenza o Pronto soccorso", ha dichiarato.

Uno dei temi principali è quello legato al numero chiuso: "Se ci sono 70-80 mila ragazzi che ogni anno vogliono fare test di medicina, la professione medica la sua attrattività non l'ha persa - ha dichiarato -. Anche su quello siamo intervenuti: la ministra Bernini ha aumentato il numero di iscritti a medicina. Io ho fato il preside e per quasi dieci anni ogni anno chiedevano di avere 4-5 mila posti in più. Se li avessimo avuti - conclude -, oggi avremmo quei medici che mancano".

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