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Porto e trasporti

2 minuti e 11 secondi di lettura
di Elisabetta Biancalani

Prosegue il nostro viaggio attraverso gli auspici del mondo portuale e logistico per il 2026. Abbiamo ascoltato Costa di Confindustria, Matellini di Cna, Botta di Spediporto, Croce di Assagenti, Falteri di Federlogistica, Scognamillo della Cisl, ognuno con le proprie speranze e le proprie preoccupazioni. E quelle dell'altro fronte del porto, quello dei cittadini che vivono nelle loro case affacciate sullo scalo e che chiedono un rapporto più virtuoso, senza subire inquinamento e traffico. Come la rete di associazioni di San Teodoro

Oggi tocca al console della Culmv Antonio Benvenuti

"La nostra speranza è quella di poter discutere della bozza di riforma della legge sui porti, l'aggiornamento della legge 84/94, che nel 2026 sarà oggetto di un approfondimento del cluster portuale nazionale, quindi immagino che ci saranno audizioni. Qualche anno fa eravamo stati convocati al Ministero dei Trasporti ed eravamo andati. Abbiamo intenzione di dire la nostra, come compagnia regolata dall'articolo 17.

"A noi interessa il lavoro, se ne discuta"

Sono interessanti le modifiche sulla governance, ma a noi interessa il lavoro. C'è un organismo centralizzato, come è la società Porti d'Italia, ma non c'è il lavoro. C'è la distinzione tra porti internazionali e no, ma non c'è il lavoro temporaneo, che è il nostro lavoro, e nel tempo è diventato un liberi tutti, non c'è ancora stato un risultato di stabilità. Noi copriamo i picchi, e questo va reso stabile nel rapporto con l'Autorità di sistema che può controllare il nostro funzionamento. Ma serve una stabilizzazione economico-finanziaria e noi ci mettiamo l'efficienza e la produttività. Questo monopolio non lo abbiamo noi ma i terminalisti, perchè il monopolio ce l'ha la domanda, non l'offerta della compagnia. Noi viviamo in una continua precarietà. Nessuno ci garantisce quote di lavoro. Per cui a noi interessa che la partita del lavoro temporaneo sia affrontata in maniera dettagliata, e se il tavolo è nazionale dovremo far presenti questi elementi qua. Quindi mi aspetto che sul tema del lavoro esca una parte sul lavoro. Su efficienza, formazione e flessibilità ci pensiamo noi perchè sappiamo farlo da tanti anni. 

Alla ricerca di una stabilizzazione

Se potenziano un'autorità centrale, che si chiami spa o come vogliono, è ovvio che si depotenziano le Autorità portuali quindi questo argomento si discuterà. Bisogna anche considerare che ci sono porti internazionali e nazionali e io penso che porti come Genova, Savona, Trieste, Livorno e Gioia Tauro e Ravenna, sono porti che hanno un mercato loro e quindi sono già classificati a parte nella bozza. Ecco, noi siamo all'interno di questi porti e il nostro lavoro deve trovare una collocazione stabile, sotto il controllo dell'Autorità di sistema. Peraltro nel 2027 scade la concessione della Culmv per la fornitura di lavoro temporaneo". 

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