La sostenibilità del trasporto marittimo, fra snodo del commercio mondiale, transizione ambientale e digitale”, questo il titolo del convegno che si è tenuto al CNEL, primo di un ciclo di incontri, che ricomprende anche la mobilità terrestre e area.
Due i temi al centro dell’iniziativa, realizzata in collaborazione con la CIU-Unionquadri e Conftrasporto. Da un lato, la sostenibilità, che si connette direttamente alla necessità di ridurre l’impatto delle attività antropiche ma che racchiude in sé anche l’esigenza di costruire un percorso socialmente condiviso e volto all’interesse collettivo. Dall’altro, la sicurezza, non solo come necessità di tutelare la vulnerabilità fisica ma, in un mondo sempre più digitalizzato, anche come esigenza di prevenire e contrastare gli attacchi informatici.
Il confronto ha coinvolto istituzioni, associazioni e imprese. I lavori sono stati aperti dall’intervento del presidente del CNEL Renato Brunetta: “Il trasporto marittimo ha una funzione straordinaria. Rappresenta l’innervamento funzionale dell’economia di un Paese e del mondo intero, mettendo insieme storia, relazioni, socialità, commercio, capitale umano. Rappresenta una delle espressioni più alte dell’intelligenza umana, legata al miglioramento, al valore aggiunto e al benessere delle popolazioni. Senza trasporto marittimo precipita la civiltà. È quindi fondamentale – ha aggiunto Brunetta – capire come le tre transizioni energetica, ambientale e digitale impattano su questo settore. Vi sono temi cruciali su cui riflettere, dai combustibili alla formazione professionale degli operatori, dalla sicurezza ai sistemi di comunicazione. E poi la dimensione della mobilità sostenibile. Metà della popolazione mondiale insiste sulle coste e la maggior parte dei porti sarà spiazzata dall’innalzamento del livello del mediomare. Dobbiamo prepararci anche a questo, per poter affrontare le grandi sfide dei cambiamenti in atto”.
Il monito di Messina
“Le imprese del trasporto e nello specifico quelle attive nel trasporto marittimo – ha dichiarato Stefano Messina, consigliere CNEL, membro della Consulta nazionale per la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile, vice presidente di Conftrasporto e presidente di Assarmatori – hanno da tempo iniziato a fare la loro parte nell’ottica della decarbonizzazione, anche tramite una sempre crescente professionalizzazione delle risorse umane che richiedono competenze sempre più specifiche. Quello che si chiede alle istituzioni, italiane ma soprattutto europee, è di evitare norme di carattere locale, spesso intempestive, che impattano su un’industria internazionale per definizione. Altrimenti, ben lungi da ridurre le emissioni, l’unico effetto che si ottiene è uno spostamento dei traffici e quindi di lavoro immediatamente al di fuori dei confini del Vecchio Continente. In estrema sintesi: non si possono che condividere gli obbiettivi di questa spinta ambientalista, ma sono sbagliati i tempi e i modi”.
IL COMMENTO
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