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GENOVA - Sta continuando la procedura di affondamento del primo cassone della nuova diga foranea di Genova: arrivato da Vado nella giornata di ieri, il cassone è rimasto fermo in attesa che le condizioni meteo marine migliorassero per poter iniziare la delicata operazione. 

Oggi, con un mare più calmo, il cassone è stato riempito con inerti e poi acqua: l'affondamento avviene anche grazie alle antenne Gps che ne rendono preciso il posizionamento sul fondo. La procedura dovrebbe completarsi entro questa domenica. 

Per vedere in tempo reale le immagini di tutta l'operazione di affondamento potete utilizzare le telecamere del servizio PortView, una iniziativa di Terrazza Colombo e Primocanale: CLICCA QUI PER ACCEDERE

GENOVA - La cerimonia di affondamento del primo cassone della nuova diga foranea di Genova non ha visto l'affondamento del primo cassone: probabilmente le condizioni del mare non hanno consentito di allineare i tempi delle personalità intervenute con quelli ingegneristici dell'affondamento, per questo motivo dopo la conclusione degli interventi il convegno di Palazzo San Giorgio è stato chiuso. L'attesa sarebbe stata troppo lunga visto che il cassone potrebbe essere affondato stasera o persino domani. 

Il convegno si è invece regolarmente svolto nella Sala del Capitano dell'Autorità di Sistema portuale del mar Ligure occidentale, alla presenza dell'attuale commissario straordinario dell'authority Paolo Piacenza (indagato per abuso d'ufficio nella maxi inchiesta per corruzione ndr). Primocanale ha seguito in diretta la cerimonia.  

Il ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini ha ricordato i lavori portati avanti in quest'ultimo anno e l'importanza strategica dell'opera: "Da settembre entrerà in funzione un secondo impianto più grande (per la realizzazione dei cassoni ndr) che è già presente qui a Genova e che permetterà la costruzione di cassoni ancora più grandi. Ringrazio il sindaco, ringrazio l’autorità portuale, le imprese, gli operai, le manovalanza e i marinai, ringrazio Edoardo Rixi e ringrazio Giovanni Toti che è stato protagonista di un rinascimento ligure che negli ultimi anni è stato imponente e maestoso, quindi con questo non voglio entrare nel merito di sfere che non mi competono, però io ricordo la fame di infrastrutture e di sviluppo di crescita e di modernità di sicurezza di questa terra e di Genova. Non ho assolutamente nessuna intenzione di rallentare, ma anzi dobbiamo accelerare perché fa parte di un progetto che insieme al Waterfront".

"La nuova diga del porto di Genova è un progetto per il futuro delle generazioni. Fermare i lavori della diga equivale a fermare lo sviluppo del nostro territorio e la competitività del nostro Paese. L'opera dovrà proseguire a pieno ritmo, nel pieno rispetto del cronoprogramma" ha dichiarato il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi. "La nuova Diga foranea di Genova non è solo un'opera del presente, ma un investimento per il futuro delle generazioni che verranno. Un'infrastruttura che lasceremo in eredità ai nostri figli. Insieme a un porto più efficiente, un'economia più prospera e un ambiente più sano. Al di là di ogni forma retorica, credo sia chiara a tutti l'importanza economica e strategica della nuova Diga foranea di Genova. Un progetto ingegneristico ambizioso, unico al mondo per le sue caratteristiche costruttive. Un'opera che rappresenta un passo fondamentale verso il potenziamento del nostro porto e la crescita economica dell'intero Paese" ha spiegato Rixi che ha poi ricordato il valore complessivo della nuova struttura: 1,3 miliardi di euro già finanziati. "L'impatto positivo sull'economia ligure e nazionale sarà determinante. Si stima che avrà la capacità di generare un aumento del traffico portuale di circa il 40%, con la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro in settori strategici come logistica, industria e servizi. L'opera sarà inoltre un catalizzatore per lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e la valorizzazione delle filiere produttive locali" ha precisato Rixi.

"È un simbolo di quello che sarà il nuovo confine lato mare della città di Genova - ha spiegato il commissario Piacenza -. È un'opera fondamentale per lo sviluppo del porto di Genova, della portualità nazionale e dei traffici europei. È stata inserita tra le dieci opere più importanti per lo sviluppo, tutti i governi l'hanno sostenuta. Non bisogna considerarla un'opera a se stante ma collocata all'interno dei lavori che stiamo facendo a livello locale e nel Nord Italia per cercare di eliminare le barriere con l'Europa. La presenza del ministro ci dà forza, ci conferma la volontà delle nostre azioni e ci convince sempre di più ad andare avanti. L’Autorità di sistema portuale non si è mai fermata, continua a portare avanti lo sviluppo di queste opere".

"Questa diga è un dovere che abbiamo nei confronti dei nostri figli e delle future generazioni. Non possiamo perdere questa occasione, lo diciamo con forza, criterio, professionalità: non possiamo perdere questa occasione - ha commentato il sindaco di Genova Marco Bucci -. Poterlo dire così chiaramente vuol dire che abbiamo tutti il dovere di rimboccarci le maniche, di costruire anziché demolire e non fare i signori del no ma i signori del Un'opera che di per sé porta Genova ad allargarsi sul mare. Sono 3 milioni di metri quadrati che Genova conquista e questo sarà il nuovo limite della città".

"Quest’opera è un pezzo della nostra strategia che ci consente di essere veramente a livello internazionale per quello che riguarda la città. È un dovere che abbiamo nei confronti dei nostri figli, non possiamo perdere quest’occasione e lo diciamo con forza. Abbiamo tutti il dovere dell’imboccarci le maniche di costruire anziché demolire di non fare i signori del no ma fare i signori del sì e portare avanti queste opere che sono il futuro della città" ha spiegato Alessandro Piana, presidente ad interm di Regione Liguria.

Pietro Salini, ad di Webuild e leader di PerGenova Breakwater: "Poco tempo fa eravamo qui per inaugurare il via libera di quest'opera, un lavoro importante per la città e il Paese. Un lavoro compiuto da molte amministrazioni che si sono susseguite nel volerlo fare. Un Paese che non ha infrastrutture non è un Paese migliore. Negli ultimi 25 anni non è cresciuta perché non abbiamo investito, altri sono cresciuti molto di più noi come ad esempio la Spagna".

Andrea Gemme, presidente di Fincantieri Infrastructure sottolinea le difficoltà burocratiche le aziende devono affrontare nel portare avanti i lavori: "Oggi è una data molto importante. Purtroppo il nostro Pese è carico di vincoli e non ha gradi di libertà. In tutti i progetti noi viviamo vincoli e non riusciamo ad accelerare i lavori perché talvolta questi vincoli si trasformano in trappole".

Il primo cassone della nuova diga di Genova è partito da Vado Ligure, dove è stato costruito nel cantiere Dario e varato il 16 maggio (LEGGI QUI). Il cassone è in viaggio trainato dal rimorchiatore Gian Emilio e intorno alle 6 di domani arriverà a Genova e sarà poi "celebrato" nel suo affondamento, con una cerimonia a palazzo San Giorgio, alle 15.30, in diretta su Primocanale (LEGGI QUI). Nella foto vedete gli ormeggiatori impegnati nella connessione del cavo di rimorchio al cassone.  

GENOVA - Anche la nuova diga foranea di Genova, l'opera di cui oggi verrà posato il primo cassone, fa parte di quella 'guerra industriale' che è tipica del porto di Genova: la litigiosità, endemica dello scalo, è stata del resto una delle questioni sempre al centro dei pensieri delle istituzioni locali, di qualunque colore fossero. E promuovere il dialogo è stata, di norma, la prima preoccupazione della politica.

E di discussioni, e colpi bassi, è piena anche la storia della diga foranea, un'opera giudicata essenziale per lo sviluppo economico del porto e della città ma che non è vista bene da tutte le forze in campo.

Noi di Primocanale siamo stati fin dal principio favorevoli alla costruzione di questa infrastruttura: dopo 100 anni di onorato servizio la vecchia va sicuramente sostituita al fine di garantire maggiori spazi di manovra. Le navi moderne sono molto più grandi di quelle del passato e per i porti di oggi è indispensabile poter gestire le portacontainer da 20mila Teu: al momento le banchine in grado di ospitarle sono il Psa di Pra’ e il porto di Vado ma non tutti quei terminal che si trovano nel bacino del porto storico e a Sampierdarena.

Dietro alla diga, quindi, si nascondono gli interessi di tutti i primari operatori, che sono favorevoli o contrari per ragioni legate proprio ai loro business nei diversi terminal in concessione.

Chi è favorevole - A parte il sindaco di Genova, che è anche commissario della diga, e con lui le forze politiche di maggioranza che sostengono gli enti locali, favorevoli alla nuova barriera di protezione sono quasi tutti gli imprenditori che hanno in concessione le banchine nell'area del porto storico e di Sampierdarena. Il più grande sostenitore dell'opera è stato, da sempre, Aldo Spinelli: il commendatore la chiedeva a gran voce anche molti anni fa, quando l'ipotesi di costruirla era una semplice chimera. Appena è stato invece possibile pianificarla sul serio, U Scio Aldo ha iniziato a battere tutti i tasti possibili, sia in pubblico che in privato, per spingere le istituzioni ad attivarsi per ottenere i finanziamenti.

Anche Gianluigi Aponte ha tutto l'interesse affinché la diga venga costruita: la sua concessione a Calata Bettolo moltiplicherà il suo valore quando in quella banchina potranno attraccare navi da 20mila Teu, e lo stesso vale per il gruppo Messina (che peraltro appartiene ad Aponte per il 45%) e il suo terminal in Calata Derna, posizionato poco più avanti, direzione Sampierdarena.

Per il gruppo Msc la diga è essenziale anche in relazione al comparto delle crociere: le nuove mega navi della linea World Class scalano alla Stazione Marittima e hanno dimensioni tali che le manovre guadagneranno moltissimo in sicurezza quando il bacino di evoluzione sarà più ampio.

Chi è contrario – Nel porto storico c'è un terminalista che si è sempre mostrato contrario alla nuova infrastruttura: è Giulio Schenone del terminal Psa-Sech. La sua posizione ha senso in quanto il suo gruppo è parte di Psa (Port of Singapore Authority, che gestisce il terminal di Pra', il più grande della città) che non ha bisogno della diga per consentire alle mega navi di attraccare. La fusione dei due terminal, che peraltro aveva scatenato una vera guerra di nervi nel mondo portuale e creato un mare di problemi all'allora presidente Signorini, li ha resi di fatto complementari: le mega navi a Pra', quelle di dimensioni più piccole al Sech. Subire la presenza di nuovi concorrenti in grado di lavorare con le grandi portacontainer, anche se la speranza è quella di un aumento complessivo dei traffici, non può certo far piacere. Per la stessa ragione nel porto di Pra' la diga foranea non è considerata una buona notizia.

Negli equilibri di potere del porto non va nascosto che c'è un altro soggetto che non trae alcun giovamento, al contrario un rischio, dalla costruzione della nuova diga foranea: è il porto di Vado, rappresentato nell'Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale da Rino Canavese, uomo molto vicino al gruppo Gavio. Le sue posizioni in seno al comitato di gestione portuale sono state spesso dissonanti con quelle dei portatori di interessi genovesi, basti ricordare tutta la querelle del Terminal Rinfuse di Spinelli e Aponte (quello finito sotto la lente della magistratura), e anche sulla diga la resistenza non è stata molto diversa.

Ma la ricerca del pace in porto ha spinto Palazzo San Giorgio a trovare soluzioni che, in definitiva, hanno accontentato un po' tutte le parti in causa e consentito al progetto della diga di procedere senza troppi sussulti. Al porto di Vado è stato assegnato il cantiere della costruzione dei cassoni della diga, a Giulio Schenone (assieme ad Aldo Negri della Finsea, con cui ha costituto, nel luglio scorso, una società ad hoc, la Sinalefi) è stato concesso il trasporto della ghiaia di riempimento e degli stessi cassoni dal cantiere di Vado all'area della nuova diga. Alla fine nessuno si può lamentare.

Ma ora questa infrastruttura è chiamata alla sfida più difficile, quella dell'incertezza istituzionale: il vuoto lasciato da Giovanni Toti, al momento sospeso dal ruolo, e dai guai giudiziari che deve affrontare il commissario del porto, Paolo Piacenza, si è sostituito in questi giorni il consiglio regionale, che ha coraggiosamente approvato la sottoscrizione di un mutuo da 57 milioni per realizzare il secondo lotto. Ma questo atto rischia di non bastare se nelle carte della magistratura, e magari dell'Anac, dovessero nascondersi nuove insidie.

Sul ponte di comando resta il solo Marco Bucci, sindaco e commissario, libero di operare perché non coinvolto in nessun modo nella bagarre giudiziaria. Il suo spirito di intrapresa è arcinoto ma anche un leone come lui sa di doversi muovere nella cruna di un ago: i nemici della diga possono presentarsi in qualunque momento, i tempi per la sua costruzione sono contingentati dalle regole del Piano Nazionale di Coesione che l'ha finanziata (tutto deve essere completato entro il 2026, salvo proroghe comunque non scontate). Una corsa a ostacoli che rischia di lasciare Genova con il sedere per terra.