Politica

Il nome del deputato rientrato nel Pd era circolato negli scorsi mesi. L'ipotesi di elezioni dipenderà dalla decisione del presidente (attualmente sospeso) Giovanni Toti
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GENOVA - È una Liguria sospesa quella che si è svegliata il 7 maggio scorso, e che naviga in acque tempestose da quasi tre settimane. L'inchiesta giudiziaria che si è abbattuta sulla Regione, e che ha portato agli arresti domiciliari il presidente Giovanni Toti, il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani, l'imprenditore genovese Aldo Spinelli e l'ex numero uno del porto di Genova Paolo Emilio Signorini (condotto in carcere), rischia di diventare un domino che su tutte quelle "pratiche aperte" in Liguria. Ultimo, solo in ordine di tempo, il disco verde ottenuto dal finanziamento da 57 milioni di euro per la fase B della diga foranea, votato compattamente dalla maggioranza, con il parere contrario dell'opposizione LEGGI QUI. Si tratta di un mutuo che supporterà il completamento del secondo lotto della nuova diga foranea del porto di Genova, con un intervento alla linea di protezione che dovrebbe lasciare più spazio acqueo. Dura la minoranza, che ha tacciato di irresponsabilità il centrodestra, convinto nell'accendere il prestito nonostante, dicono dal centrosinistra, ci sia una situazione di estrema incertezza, a livello istituzionale e ministeriale, con i dubbi sull'opera della diga, la più importante finanziata con i fondi del Pnrr.

Il deputato del Gruppo Misto Luca Pastorino, rientrato nel Partito Democratico da qualche mese, non nasconde la propria preoccupazione. "La maggioranza poteva anche aspettare rispetto ai 57 milioni di euro, di fronte a una discussione molto animata in consiglio regionale sul tema della variante, alla quale si aggiunge questa attesa per la commissione composta dagli ispettori - commenta Luca Pastorino -. Forse si poteva stoppare quella pratica ed eventualmente dare il via libera, in futuro, considerando l'impatto complessivo della diga che supera il miliardo di euro. Si sarebbe trattato di un elemento di garanzia per tutti, date le vicissitudini rispetto a quello che è successo e l'annuncio della visita dei commissari da parte del viceministro del Mit Edoardo Rixi".

Pastorino, lei personalmente è favorevole alla nuova diga foranea di Genova?

Da parte mia la diga è stata applaudita come opera principale del Pnrr, di grande prospettiva per il porto di Genova, per la città tutta, per la nostra economia che non coinvolge solo il Nord Italia ma tutto il Paese. Dopodiché, se è vero che c'è un grave ritardo e i costi sono elevati, ci facciamo alcune domande sulle cose che si sono fatte. E su quelle che si potevano fare.

Secondo lei la diga si farà oppure no? Nelle ultime settimane circola preoccupazione intorno all'opera più importante del Pnrr. Che idea si è fatto?

Io mi auguro possa andare avanti, ma abbiamo conosciuto obiezioni tecniche negli ultimi tempi che non so valutare, con esperti che prospettavano soluzioni diverse rispetto ai cassoni. Il primo lo stanno portando qui, non è affondato durante il tragitto ed è già una buona notizia. I dubbi sono tanti, dai costi all'affidamento della gara, si è affossato il modello Genova/Liguria per fare in fretta. Ma si tratta di una retorica stucchevole che ha stufano un po' tutti sul fatto che noi siamo quelli del "no". Chiedere di fare bene non significa non volerlo fare. Spero che il progetto vada avanti con chiarezza, ed elementi che oggi non ci sono stati consegnati vengano resi pubblici. Inoltre mi auguro che vengano rispettati i tempi e sui costi aggiuntivi, beh, vedremo chi aveva ragione.

Che opinione si è fatto sull'inchiesta che ha coinvolto il presidente della Regione Giovanni Toti? Secondo lei dovrebbe dimettersi?

In un mondo normale sì, dovrebbe farlo, da altre parti la persona si sarebbe già dimessa. Qui siamo tutti garantisti, io lo sono per primo, ma poi c'è il garantismo che va garantito e le ragioni di opportunità che paiono grandi come una casa. Dimettere un mandato e dimostrare la propria eventuale estraneità, in un mondo normale si dovrebbe fare così e dalle altre parti del mondo sarebbe già avvenuto.

Pastorino, il suo nome è circolato spesso in questi ultimi mesi come possibile candidato alla presidenza di Regione Liguria, quindi non posso non chiederle se è ancora disponibile?

A dire la verità si è parlato di altri (si riferisce all'ex ministro dem Andrea Orlando ndr), il mio nome è uscito solo di striscio. Io mi auguro che si vada a votare in autunno, gli appelli lanciati dovrebbero essere colti e attivati. Ora c'è la campagna elettorale delle Europee che annacqua un po' le agende di tutti. È però un percorso che bisogna fare con il miglior candidato che sapremo trovare insieme. Io avevo già detto, in tempi ante inchiesta, che sarei stato disponibile a parlare e di far parte della discussione. E lo posso ribadire ancora ma bisogna fare sintesi a livello più ampio, tenendo conto delle caratteristiche di una candidatura che deve essere più ampia e su questo la discussione deve ancora iniziare.

Qualora si percorresse la strada del voto anticipato, vi trovereste di fronte a una campagna elettorale cortissima e anche i tempi per il candidato sarebbero stretti. Può essere un problema?

Anche quella delle ultime Politiche lo è stata, nel settembre 2022, quando cadde il governo Draghi e vennero sciolte le Camere. In quella circostanza furono indette le elezioni da lì a pochissimo (si votò infatti il 25 settembre 2022 ndr). Per le Regionali c'è chi parla di novembre o di febbraio, dipende anche dai tempi di approvazione del bilancio. Se si è fatto a livello nazionale si può fare anche a livello regionale con il voto nei primi giorni di ottobre, con garanzia del rispetto dei tempi e il deposito degli atti.

 

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