Politica

All'interno del decreto andrà in pensione il reddito di cittadinanza, che verrà sostituito dall'assegno di inclusione con 5,4 miliardi a disposizione
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ROMA - Sono arrivate nel giorno della Festa dei Lavoratori le tanto attese misure nel nuovo Decreto legge Lavoro, discusso e votato questa mattina durante il Consiglio dei ministri. Un Cdm che la premier Giorgia Meloni ha voluto fortemente discutere il primo maggio, sottolineando che "non è una festa della sinistra". E allora in queste ore è andato in scena un botta e risposta tra la presidente del Consiglio e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. Al centro dello scontro la scelta di aver votato oggi il Dl e i suoi contenuti stessi

All'interno del decreto andrà in pensione il reddito di cittadinanza, che verrà sostituito dall'assegno di inclusione con 5,4 miliardi a disposizione. Si assisterà poi al taglio del cuneo fiscale che sale di altri quattro punti fino alla fine del 2023, raggiungendo i sei punti per i redditi fino a 35 mila euro e i sette punti fino a 25 mila euro. Verranno integrati anche i fringe benefit, ovvero i bonus aziendali non tassati (beni e servizi compresi i rimborsi per le bollette), per i lavoratori con figli: il tetto sale a 3 mila euro. Queste alcune delle novità emerse quest'oggi. 

Inoltre, per quanto riguarda i contratti a termine sono previsti meno vincoli sulle causali per i rinnovi oltre l'anno (fino a dodici mesi non sono richieste) e non oltre i 24 mesi: le causali sono affidate ai contratti collettivi o, in attesa della previsione contrattuale, individuate dalle parti per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva (entro il 2024 ndr).

Tornano sullo scenario lavorativo anche i voucher, si alza infatti la soglia delle prestazioni di lavoro occasionale da 10 mila a 15 mila euro per chi opera nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, dei parchi divertimento e degli stabilimenti termali. Nel provvedimento emerge anche la voce del rifinanziamento del fondo per la riduzione della pressione fiscale che era prevista dalla scorsa manovra. 

 

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