GENOVA - Anche in Liguria c'è chi alza gli scudi contro il cosiddetto "cibo sintetico", carne in primis che presto potrebbe essere venduto negli Stati Uniti e in Europa. La Lega ha presentato un ordine del giorno in Consiglio regionale per ribadire la contrarietà "alla diffusione del cibo sintetico che - si legge nel documento - mette a rischio i nostri allevamenti e l’intera filiera agroalimentare del Made in Italy".
E' notizia di questi giorni che negli Stati Uniti un'azienda che ha sviluppato la produzione di polli cresciuti in laboratorio, grazie all'utilizzo delle cellule staminali successivamente riprodotte e moltiplicate tramite un apposito reattore, ha ricevuto una prima valutazione positiva in fatto di sicurezza dalla Food & Drug Administration americana. Si tratta del "No question letter", ovvero, spiega la Fda, il segno che "dopo la nostra attenta valutazione dei dati e delle informazioni condivise, non abbiamo ulteriori domande sulla sicurezza dell'azienda". Un significativo passo in avanti, quindi, che potrebbe portare a ottenere il via libera alla commercializzazione della carne di pollo prodotta artificialmente.
Anche l'Europa si interroga da tempo sul tema: un nuovo confronto è in programma a gennaio. Nel frattempo dall'Italia arrivano i primi no, su tutti quello di Coldiretti e quello del Ministero alle politiche alimentari presieduto dal leghista Francesco Lollobrigida. Da qui la decisione del capogruppo ligure della Lega in Consiglio regionale, Stefano Mai, di presentare un ordine del giorno con cui viene chiesto "di difendere alla Conferenza Stato-Regioni e con il Ministero dell'agricoltura e della sovranità alimentare, le filiere agro zootecniche liguri e il relativo indotto, minacciate dalla diffusione del cibo sintetico, e di sostenere ogni iniziativa contro il sostegno al cibo sintetico, come la campagna di sensibilizzazione di Coldiretti che ha lanciato una raccolta firme".
"Il cibo sintetico, prodotto in maniera ingegnerizzata all’interno di bioreattori - si legge nel documento - non salvaguarda l’ambiente e limita la libertà di scelta dei consumatori, andando verso l’omologazione e favorendo solo l’interesse di poche grandi multinazionali. La Liguria ha un patrimonio enogastronomico di oltre 200 produzioni tipiche tra DOP, IGP, PAT, De.Co. e presidi slow food e i nostri allevatori di bestiame non hanno solo la funzione di produrre reddito, ma anche quella di essere un presidio per il territorio e la tutela dell'ambiente. Il nostro Made in Italy - spiega la Lega - va tutelato in ogni modo perché il rischio è quello di veder cancellate le nostre filiere agroalimentari e con esse le tradizioni, la professionalità, la cultura contadina e l’identità dei nostri territori".
IL COMMENTO
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