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GENOVA - Arriva la risposta alle domande dei poliziotti genovesi dopo la decisione di inasprire le regole per i minori non accompagnati accolti nelle strutture genovesi. Coprifuoco, obblighi e divieti avevano fatto alzare il sopracciglio al sindacato degli agenti: la preoccupazione è legata all'assenza "di un percorso psico-pedagogico, che potrebbe portare a problemi direttamente all'interno delle strutture di accoglienza", facendo aumentare gli interventi della polizia.

Tra i problemi denunciati la mancata coordinazione. "In questi sei mesi ho partecipato a innumerevoli incontri con carabinieri, prefettura, forze dell'ordine in generale e nessuno mi ha mai rappresentato questa problematica". Ha detto l'assessore alla sicurezza Sergio Gambino rispondendo a un'istanza presentata dal consigliere del Pd Claudio Villa.

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"Da settembre a oggi, quindi in tre mesi, polizia locale, guardia di finanza, polizia di stato, carabinieri e Asl hanno fatto attività congiunte per circa cinquanta interventi, che hanno portato a cinque arresti, 50 sanzioni, 60 denunce, 37 segnalazioni per droga. Per fare questi interventi ci si deve coordinare: ogni giovedì, infatti, si riunisce il tavolo tecnico per coordinare le attività".

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"Inoltre, la centrale operativa ha 1.200 telecamere fruibili, con credenziali, da tutte forze di polizia - continua Gambino -. Le 736 nel centro storico serviranno anche a sostituirne 40 della polizia di stato, ormai obsolete, che proprio la polizia ha deciso dove posizionarle. Abbiamo vinto un bando con un progetto che oggi è fiore all'occhiello nazionale per l’installazione, uno strumento utilissimo per tutte le forze di polizia che contrasti microcriminalità diffusa". 

GENOVA - Cresce il Terzo Polo. E guarda già avanti. Secondo gli ultimi sondaggi Italia Viva e Azione, vicine a costituirsi in federazione, superano la Lega: i partiti di Renzi e Calenda al 7.9%, il Carroccio al 7.6%.

"Dati che confermano le nostre sensazioni e la bontà del nostro lavoro – commenta a Primocanale la spezzina Lella Paita, capogruppo al Senato – Nel Paese c’è bisogno di un progetto riformista e liberare alternativo a sovranisti e populisti. A Genova abbiamo iniziato addirittura prima. Alle Europee del 2024 puntiamo alla doppia cifra e penso che saremo davanti al Pd".

In questo clima di grande ottimismo venerdì Matteo Renzi sarà proprio a Genova per presentare l’edizione aggiornata del suo libro "Il Mostro". L’appuntamento è alle 18 all’auditorium dell’Acquario. E visto l’accordo che, come ricordava Paita, ha portato Italia Viva a appoggiare il sindaco Bucci e a far parte di una giunta di centrodestra, sarà proprio da questa area politica che ci sarà l’accoglienza principale per il leader di Italia Viva.

"Di certo – spiega sempre Paita – ci sarà la comunità di Italia Viva e di Azione, che stanno per unirsi. Il partito di Calenda si è già riunito in assemblea per definire i prossimi passaggi, noi lo faremo il 4 dicembre a Milano. Daremo vita a una federazione con risultati che ci porteranno molto lontano. Venerdì chi vorrà venire a sentire Renzi e ciò che di nuovo e importante c’è nel suo libro, avrà l’occasione di seguire un momento di alta politica e di riflessione su alcune storture istituzionali e spesso costituzionali che in questo paese ci sono ed è giusto denunciare, per provare a cambiare".

L’incontro con Renzi sarà anche l’occasione per parlare dell’attuale situazione politica italiana, del Governo Meloni e delle sue prime settimane di lavoro. Su un tema che da vicino interessa la Liguria, ovvero la situazione dei migranti a Ventimiglia, interviene già Paita: "Vantaggi dall’azione di Governo, che ha preso una posizione contro la Francia, per ora non ne abbiamo visti. Al di là delle esigenze di alzare i toni – spiega l’esponente di Italia Viva - iniziare il mandato aprendo una crisi diplomatica con un Paese importante per noi non è stata certo una partenza col piede giusto".

"Siamo il luogo in cui arrivano i migranti a causa di un accordo scellerato, quello di Dublino, che aveva voluto la destra col Governo Berlusconi, ma questi migranti sono spesso ripartiti in vari Paesi, quindi - conclude Paita - per noi i patti europei sono fondamentali. Non dovremmo dividerci, non dovremmo isolarci, bensì dovremmo cercare di cambiare l’accordo di Dublino. Questo – ribadisce Paita – dovrebbe essere l’obiettivo del Governo, che per ora invece si è rifugiato in un po’ di propaganda, per di più andata male, perché con la Francia si è aperto un grosso problema".

GENOVA - Anche in Liguria c'è chi alza gli scudi contro il cosiddetto "cibo sintetico", carne in primis che presto potrebbe essere venduto negli Stati Uniti e in Europa. La Lega ha presentato un ordine del giorno in Consiglio regionale per ribadire la contrarietà "alla diffusione del cibo sintetico che - si legge nel documento - mette a rischio i nostri allevamenti e l’intera filiera agroalimentare del Made in Italy".

E' notizia di questi giorni che negli Stati Uniti un'azienda che ha sviluppato la produzione di polli cresciuti in laboratorio, grazie all'utilizzo delle cellule staminali successivamente riprodotte e moltiplicate tramite un apposito reattore, ha ricevuto una prima valutazione positiva in fatto di sicurezza dalla Food & Drug Administration americana. Si tratta del "No question letter", ovvero, spiega la Fda, il segno che "dopo la nostra attenta valutazione dei dati e delle informazioni condivise, non abbiamo ulteriori domande sulla sicurezza dell'azienda". Un significativo passo in avanti, quindi, che potrebbe portare a ottenere il via libera alla commercializzazione della carne di pollo prodotta artificialmente.

Anche l'Europa si interroga da tempo sul tema: un nuovo confronto è in programma a gennaio. Nel frattempo dall'Italia arrivano i primi no, su tutti quello di Coldiretti e quello del Ministero alle politiche alimentari presieduto dal leghista Francesco Lollobrigida. Da qui la decisione del capogruppo ligure della Lega in Consiglio regionale, Stefano Mai, di presentare un ordine del giorno con cui viene chiesto "di difendere alla Conferenza Stato-Regioni e con il Ministero dell'agricoltura e della sovranità alimentare, le filiere agro zootecniche liguri e il relativo indotto, minacciate dalla diffusione del cibo sintetico, e di sostenere ogni iniziativa contro il sostegno al cibo sintetico, come la campagna di sensibilizzazione di Coldiretti che ha lanciato una raccolta firme".

"Il cibo sintetico, prodotto in maniera ingegnerizzata all’interno di bioreattori - si legge nel documento - non salvaguarda l’ambiente e limita la libertà di scelta dei consumatori, andando verso l’omologazione e favorendo solo l’interesse di poche grandi multinazionali. La Liguria ha un patrimonio enogastronomico di oltre 200 produzioni tipiche tra DOP, IGP, PAT, De.Co. e presidi slow food e i nostri allevatori di bestiame non hanno solo la funzione di produrre reddito, ma anche quella di essere un presidio per il territorio e la tutela dell'ambiente. Il nostro Made in Italy - spiega la Lega - va tutelato in ogni modo perché il rischio è quello di veder cancellate le nostre filiere agroalimentari e con esse le tradizioni, la professionalità, la cultura contadina e l’identità dei nostri territori".

IMPERIA - Il caso scoppia a Napoli, dove Desiree Negri, delegato per la provincia di Imperia di Azione, partecipa all'assemblea nazionale del partito guidato da Carlo Calenda. E in quell'occasione attacca la politica del Governo Meloni in fatto di immigrazione. "A Ventimiglia - dice Negri - stiamo subendo le conseguenze delle scelte di questo esecutivo: le code alla frontiera con la Francia sono sempre lunghissime a causa dei controlli a tappeto della gendarmeria francese.  E se da una parte i frontalieri devono partire all’alba per riuscire a arrivare al lavoro in tempo, dall'altra la situazione dei migranti bloccati alla frontiera non migliora. Anzi, continuano a essere senza un centro di accoglienza, lasciati in mezzo alla strada senza dignità".

Parole dure, portate all'attenzione proprio di Carlo Calenda e del suo vice in Azione, Enrico Costa, a cui replica dopo poco Gianni Berrino, imperiese, senatore di Fratelli d'Italia: "Capisco che dopo la partecipazione all’assemblea nazionale di Azione l’esponente locale Desiree Negri voglia andare alla ribalta della politica, ma addossare la colpa della situazione di Ventimiglia ad un governo insediato poco meno di un mese fa risulta paradossale - spiega Berrino - La situazione di Ventimiglia è oramai nota da anni e fortunatamente con il governo Meloni, che ha posto fermamente il problema all'Unione Europea, i risultati li avremo a breve".

"Pare assurdo - aggiunge Berrino - che proprio un esponente della politica del ponente prenda le difese del governo francese anziché di tutelare gli interessi nazionali, rispetto a quello che sta accadendo al confine con la Francia. E colpisce che Azione possa vedere nel centro migranti la soluzione al problema di quelle persone che a Ventimiglia non ci arrivano per rimanerci bensì per passare il confine e che, per i respingimenti continui della Francia. rischiano la vita pur di passare la frontiera".

E' morto dopo una lunga malattia Roberto Maroni, politico della Lega fin dalla sua nascita ed ex ministro dell'Interno: aveva solo 67 anni. Maroni era nato a Varese il 15 marzo 1955, dove tuttora viveva. Lascia la moglie e due figli. Dopo la laurea in giurisprudenza era diventato avvocato, aveva lavorato come responsabile legale di una grande multinazionale Usa, e alla nascita della Lega l'impegno in politica è cresciuto: ufficialmente era considerato il numero due del partito, braccio destro di Umberto Bossi. 

Dall'archivio storico di Primocanale: Roberto Maroni al Salone Nautico, anno 2006

Nella sua carriera politica è stato tre volte ministro, poi vicepremier, nonché ex governatore della Regione Lombardia, è anche stato segretario federale della Lega. Nell'ultimo anno si era ritirato dalla politica per dedicarsi alle cure. Milanista, musicista (suonava il sassofono), era anche venuto più volte in Liguria per i suoi impegni istituzionali.

Grande il cordoglio della politica ligure e nazionale. Scrive Giovanni Toti: "Caro Roberto, in Liguria non scorderemo i tuoi consigli e l’aiuto generoso che ci hai dato all’inizio della nostra amministrazione. La tua voglia di cambiare in meglio il nostro Paese è stata contagiosa per molti. E se un giorno festeggeremo quella autonomia che hai sempre voluto e per la quale ti sei sempre battuto, tanto merito sarà tuo. Ciao Bobo".

Affida il suo pensiero ai social anche Edoardo Rixi, viceministro ai Trasporti e segretario Lega in Liguria: "Una preghiera per Roberto Maroni. A 67 anni ci lascia un pezzo di storia della Lega. È stato segretario, governatore in Lombardia, ministro dell’Interno e del Welfare. Un abbraccio alla famiglia. Ciao Bobo, che la terra ti sia lieve".