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Il presidente, ospite di Tiki Taka, tra gaffe, strafalcioni e una scomoda verità di mercato
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“Fremdschamen” è la parola tedesca, non traducibile in italiano, che indica la situazione in cui si è particolarmente imbarazzati per qualcuno che non si rende conto di starsi rendendo ridicolo. Ed è, purtroppo, il sentimento che prova ormai la quasi totalità della comunità sampdoriana quando il presidente Massimo Ferrero mette piedi e apre bocca in uno studio televisivo. All’inizio erano incredulità, frustrazione, rabbia. Ora è pura e semplice “Fremdschamen” quella che, come ieri sera durante la comparsata del Viperetta a Tiki Taka, ha invaso i cuori e le teste dei tifosi blucerchiati. Una vergogna acuita dal vedere Ferrero incastonato anche nella ricostruzione di una figurina Panini stile vintage con la maglia della Sampdoria, universalmente riconosciuta come la più bella del mondo.


Elencare le reiterate gaffe che hanno alimentato nel corso del programma (fortunatamente andato in onda a tarda notte) la “Fremdschamen” collettiva dei sampdoriani svegli a quell’ora risulta quasi stucchevole, un giro di coltello nella piaga. Ma questo è. Ferrero ha iniziato citando il film “Stanno tutti bene” di Giuseppe Tornatore con Marcello Mastroianni e srotolando la pellicola stava per scivolarci sopra deridendo gay ed escort: è stato “salvato”, nel senso di interrotto, da Piero Chiambretti, che non è certo un’icona del politicamente corretto, ma è un formidabile, arguto e sveglio “animale” da studio televisivo. Attapirato per questo brusco stop, il presidente Ferrero ha allora virato sul collega granata Urbano Cairo, “accusato” di avere i soldi di cioccolato, ovvero che si sciolgono in tasca. Battuta anche divertente, se non fosse arrivata da chi i soldi li attinge dalla sua stessa società ed ha appena ceduto due “suoi” calciatori, Linetty e Murru, proprio al Torino. Già, ma tutto questo Ferrero non lo sa o finge di non saperlo, visto che è tornato ad autoproclamarsi, con la complicità degli astanti, un presidente operaio. A 95 mila euro di emolumenti al mese, rammentiamo noi, sempre che i bilanci della Sampdoria contino ancora qualcosa.


La “chicca” finale ha coinvolto il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che si è dichiarato favorevole alla parziale riapertura degli stadi ai tifosi italiani. Ferrero gli ha inveito contro, urlandogli da par suo di “fare qualcosa, anziché parlare e basta, essendo lui al governo”. Il tentativo di Chiambretti e dello stesso De Magistris di spiegare a Ferrero che essere sindaco di Napoli non significa essere necessariamente in Parlamento o al Governo, è risultato vano.


In mezzo a questa melassa fangosa è timidamente emersa tuttavia una scomoda verità, scivolata subito in secondo piano nello show chiambrettiano: in uno slancio di sincerità – che, va riconosciuto, a volte non gli difetta – Ferrero ha citato quel “famigerato” indice di liquidità introdotto nel 2015 dalla Federcalcio e che, probabilmente, è alla base del mercato bloccato della Sampdoria. Si tratta di un valore che misura il rapporto tra Attività e Passività correnti e quindi la capacità di una società di garantire economicamente la propria campagna acquisti.


Nonostante questo,  l’unica cosa a sopravvivere all’ennesima pagliacciata mediatica nazionale del presidente di una gloriosa società di calcio fondata nel 1946 da persone perbene e portata avanti per 68 anni circa da persone altrettanto perbene è stata la Fremdschamen dei (pochi) tifosi sampdoriani sopravvissuti davanti allo schermo sino alla fine della trasmissione. Chi vi scrive lo ha fatto SOLO per dovere professionale.