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Dopo le dimissioni di Vaccarezza dalla commissione per la riforma
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Il presidente della commissione ristretta per la riforma della legge elettorale regionale, Angelo Vaccarezza,  si èdimesso dall'incarico. La decisione è arrivata al termine di una riunione della commissione. "No comment" da parte sua sulle ragioni della decisione, "devo prima parlare con il presidente Toti e poi spiegherò le mie ragioni". Secondo indiscrezioni Vaccarezza avrebbe preso atto del l'impossibilità di arrivare a una proposta condivisa viste anche le divisioni interne alla stessa maggioranza, che non ha presentato una proposta di riforma unitaria.

In particolare le proposte presentate da Liguria Popolare e Lega
sarebbero risultate inconciliabili con la proposta presentata dallo stesso Vaccarezza. Con le sue dimissioni diventa difficile per il Consiglio regionale approvare una riforma di legge elettorale regionale entro il 20 gennaio, la data ultima indicata dagli uffici regionali per rendere possibile l'entrata in vigore in occasione delle elezioni regionali 2020. Dopo il fallimento dei lavori di commissione, le proposte di riforma potrebbero andare direttamente in consiglio, ma servono almeno 21 voti a favore per approvarla.

Nel suo commento a caldo, il governatore Toti
ha preso di mira i partiti che "hanno perso una buona occasione per dare un segnale ai cittadini. La scelta di non procedere con il cambiamento della legge elettorale, rimandando ogni decisione a gennaio, come tutti sanno, rende incompatibile con i tempi delle prossime elezioni amministrative ogni possibile cambiamento. I liguri saranno così costretti a votare ancora una volta con i rappresentati blindati nel listino e senza poter esprimere una preferenza di genere. Una decisione che lascia un retrogusto amaro perché sa molto di protezione nei confronti di una casta, atteggiamento che peraltro male interpreta la volontà di novità che ha accompagnato questa legislatura", ha commentato Toti.

"Come presidente, non essendo la riforma della legge elettrale programma di Governo e non avendo alcuna proposta presentata dalla Giunta in merito ma tutte proposte sono arrivate dai gruppi consigliari, abbiamo, ovviamente, mantenuto neutralità senza intervenire nel dibattito. Come cittadino e uomo impegnato in politica credo però si sia persa un’occasione. In ogni caso, proprio per coerenza con lo spirito del cambiamento, che ritengo necessario, la Lista Toti -Cambiamo nelle prossime elezioni non rivendicherà alcun posto nel cosiddetto listino e chi si candiderà sarà scelto per la propria capacità e il proprio merito con il voto libero dei cittadini e non attraverso una decisione calata dall’alto", ha concluso il governatore ligure.

'Totiani' e Noi con l'Italia Intanto si uniscono. Nasce alla Camera una nuova formazione politica di centrodestra moderato formata da 'Cambiamo' di Giovanni Toti e 'Noi con l'Italia' dell'ex ministro Maurizio Lupi. Si tratta, nel dettaglio, di dieci deputati, numero necessario per dar vita a una nuova componente del Misto: ovvero, i 5 parlamentari fedelissimi di Toti, più i 4 deputati di 'Noi con l'Italia', compreso Lupi, e Vittorio Sgarbi. "Ho dato alla mia adesione a una componente di tradizione liberale'', dice Sgarbi.