Della bella intervista di Mario Paternostro al sindaco Mario Bucci, rinchiuso in casa con il suo collare e le fratture da curare, mi ha colpito soprattutto uno dei suoi “urli”. Quello con il quale ha quasi invocato un concorrente forte per le elezioni comunali del prossimo anno, alle quali Bucci parteciperà con la grinta che conosciamo e che abbiamo misurato anche nella condizione di malato in cui l’intervista lo mostrava (RIVEDILA QUI).
E’ essenziale per la democrazia uno scontro all’altezza ed è un bene che lo chieda un sindaco, che ha non solo i favori del pronostico, ma che è tanto sicuro da sfidare l’avversario dipingendone anche le auspicate caratteristiche: soprattutto di portare una visione chiara e forte della città da contrapporre alla sua, che si vede eccome, malgrado le denigrazioni strumentali della opposizione.
Questa opposizione, che sta organizzandosi con i tempi della lumaca, preparando, per esempio, il congresso del Pd come se lavorasse al congresso di Vienna, non ne azzecca una di candidatura da tempo immemorabile, ma soprattutto non ci pensa mai per tempo. Sembra quasi che ci sia una ritrosia, un distacco rassegnato a pensare un po’ più in grande alle battaglie elettorali. Ci si sfinisce in lunghe diatribe interne, come è accaduto nell’ultimo match regionale del settembre scorso, nel quale il Pd e i suoi alleati di sinistra e del sempre più diviso Movimento 5 Stelle, hanno rimediato la sconfitta peggiore della propria storia recente.
Eppure il solo fatto di cercate un avversario degno per Bucci, che Matteo Cantile ha efficacemente descritto come un peso massimo al centro del ring, ansioso di combattere, una specie di Cassius Clay dei momenti d’oro, dovrebbe essere stimolante. Bucci ha dimostrato in questi anni le sue caratteristiche, ma se vogliamo, senza offendere un sindaco così popolare, anche qualche limite.
Possibile che dall’altra parte della barricata non siano capaci a individuare i punti deboli del primo cittadino e della sua politica e a costruire una candidatura capace della sfida? Le ultime scelte sono state devastanti, a parte il dignitoso Crivello sacrificato sull’altare della confusione totale in cui la sinistra, e non solo il Pd, vivevano quattro anni fa.
Molte cose sono cambiate in questi anni dentro partiti e movimenti. Ci sono stati sfrangiamenti, che continuano, nei 5 Stelle e segnali di novità nel Pd, che porta avanti una nuova generazione, cresciuta negli enti locali. E la società civile, messa alla dura prova delle tante calamità, soprattutto la micidiale pandemia, ha espresso nuove figure, emerse proprie sulle barricate delle tante emergenze. Quindi auguriamoci di vedere vero scontro per governare Genova e non un peso massimo contro un Cavaliere Inesistente alla Italo Calvino.
politica
Il sindaco peso massimo e il Cavaliere Inesistente
Possibile che dall’altra parte della barricata non siano capaci a individuare i punti deboli del primo cittadino?
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