cronaca

La protesta dei genitori della 'Giovine Italia' di via Montaldo
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Aule da 36 metri quadri che ospitano anche 26 bimbi, maestre ridotte con la conseguente ipotesi che non si possa garantire la mensa. Sono alcune delle denunce avanzate da alcune mamme di bimbi della scuola materna Giovine Italia di via Montaldo a Genova, che ospita una ottantina di piccoli. Il tutto in epoca Covid-19, quando il distanziamento è all’ordine del giorno.

E scatta la petizione. “Il 12 giugno scorso noi genitori della scuola dell’infanzia Giovine Italia dell’Istituto comprensivo Burlando di Genova abbiamo saputo che, per decisione dell’Ufficio Scolastico Regionale, una classe dell’infanzia del plesso di Via Montaldo, dal prossimo anno scolastico 2020/21, sarà soppressa e distribuita nelle altre tre classi", scrivono i genitori.

"Questo comporterà inevitabilmente tutta una serie di conseguenze molto gravi. Innanzitutto, si avrà un aumento della concentrazione di bimbi per classe: avremo infatti due classi da 25/27 bambini ed una da 23/25 unità, nonostante la presenza di alunni diversamente abili. Ci troveremo quindi con tre classi sovraffollate in un momento di emergenza sanitaria in cui si parla di evitare le “classi pollaio” e di distanziare il più possibile gli alunni", prosegue la petizione.

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“Altro grave problema che consegue al provvedimento è la riduzione di personale scolastico
. La decisone comporta infatti la perdita di un collaboratore scolastico e di ben tre insegnanti di cui una di sostegno qualificata e due di sezione (in quanto una esce dall’organico della scuola e una seconda viene trasferita nel plesso di Via Burlando). Avremo così una perdita, non solo di ‘manodopera’ ma soprattutto di competenze. Come si fanno a distanziare gli alunni se ci sono meno insegnanti e bidelli?", spiegano le mamme.

"Non sappiamo ancora se verrà implementato
il personale per la ripartenza a settembre. Ad ogni modo, anziché concedere una quinta classe in più per gestire l'emergenza sanitaria, ci hanno sicuramente tolto una sezione per poi ridarcela – forse – in via temporanea. Praticamente si mantiene la stessa situazione di prima ma con insegnanti nuovi e supplenti, per poi trovarsi a riaffrontare il problema del sovraffollamento l’anno successivo. Oltre il danno, la beffa! E’ forse questo il modo di gestire seriamente l’emergenza sanitaria?”, concludono i genitori in attesa di risposte.