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La discussione in Aula alla Camera, la maggioranza d'accordo
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Disco verde dell'Aula della Camera all'emendamento di Francesco Paolo Sisto (Forza Italia) al Dl Elezioni che riduce la finestra per il voto a partire dal 20 settembre in poi. Fdi ha votato contrario, la Lega si è astenuta. L'emendamento è passato con 287 sì, 33 no e 77 astenuti. "Grazie a questo emendamento diciamo con certezza che non si può andare al voto alle regionali prima del 20 e il 21 settembre. Vogliamo evitare che gli elettori siano disorientati e vessati dai balletti sulle date, restituendo allo stesso tempo alla materia elettorale quella necessaria ricerca di punti di transazione che lascino tutti giustamente scontenti", spiega il deputato e responsabile del dipartimento Affari costituzionali di Forza Italia.

Prendendo la parola dopo il via libera al proprio emendamento, Sisto ha spiegato che "l'emendamento votato non indica nessuna data" successiva al 15 settembre, "e serve a limitare il danno". Ha poi ricordato che "chi ha parlato del 27 settembre in commissione è stata Forza Italia, ma di fronte alle pressioni della politica regionale", indicare "una data di cui tutti" alla fine "rimangono scontenti", mi sembra "una proposta responsabile". Sono stati 160 gli emendamenti depositati. Tra quelli accantonati, gli emendamenti al dl Elezioni che puntavano a rivedere le date della finestra elettorale per le consultazioni amministrative. La proposta di accantonamento della relatrice Anna Bilotti (M5s) dopo essere stata posta ai voti, è stata approvata dalla maggioranza in aula alla Camera. Una scelta che non ha tenuto conto di quanto richiesto invece dalla Conferenza delle Regioni che aveva chiesto di anticipare l'apertura della finestra di almeno un paio di settimane.

In ballo c'è anche l'election day col referendum anche se Giorgia Meloni chiede piuttosto che si voti anche per le Politiche insieme a regionali e amministrative. "Non capisco perché non si potrebbe votare. Voteremo in settembre per le Regionali e per il referendum sul taglio dei parlamentari. Il Covid ce l'ha con le elezioni politiche? Mi pare che in Italia si cerchi sempre una scusa. Per me si può fare l'election day con le elezioni Regionali. C'e' sempre una scusa per non far votare in Italia, specie se non vince la sinistra. Penso che sia meglio votare perché per ricostruire bisogna chiedere conto agli italiani di chi debba ricostruire e con quali idee si debba ricostruire", ha detto la leader di Fdi che trova d'accordo anche il segretario della Lega Matteo Salvini. "Con questo governo l'Italia è in pericolo: quando ci farà sapere cosa ha in mente? Noi proponiamo: modello Genova per le infrastrutture, flat tax per aiutare milioni di famiglie, no al Mes per non vendere il futuro dei nostri figli, porti chiusi ed elezioni politiche il prima possibile".

Forza Italia dal canto suo esclude lo scioglimento delle Camere. "Quando il confronto politico comincia a girare a vuoto e il repertorio delle minacce e delle contumelie appare esaurito, ecco che rispunta l'idea di elezioni anticipate in autunno. Salvini e Meloni dimenticano, o fingono di non ricordare, che in pendenza di un referendum costituzionale che riduce il numero dei parlamentari risulta difficile per il presidente della Repubblica sciogliere il Parlamento, convocare i comizi elettorali nella quasi certezza che, una volta approvato il taglio dei parlamentari, dovrà sciogliere di nuovo il Parlamento e portare di nuovo l'Italia al voto", ha replicato Osvaldo Napoli, del direttivo di Forza Italia alla Camera.

"Da un lato, laccordo nella maggioranza per consentire un voto regionale il più vicino possibile all'emergenza sanitaria favorisce i presidenti uscenti e, dall'altra, rende il referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari una sbrigativa ratifica senza un vero dibattito. Che non potrà certo avvenire in spiaggia tra gli ombrelloni distanziati", ha commentato il deputato di +Europa Riccardo Magi, in disaccordo con Governo e maggioranza. "Fissare le elezioni il 20 settembre significa depositare le liste il 20 agosto, impedendo la partecipazione di coloro che dovranno raccogliere le firme in pieno agosto con l'emergenza Covid".

Il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Giuseppe Brescia (M5s) punta sul voto elettronico. "Il governo ribadisca il proprio impegno e avvii il tavolo tra i ministeri della Digitalizzazione e dell'Interno per portare a risultati concreti su sulla sperimentazione, così da avere qualcosa di spendibile entro le prossime Elezioni Politiche. Nell'ultima Manovra abbiamo stanziato un milione di euro per la sperimentazione sul voto elettronico. Lo stop forzato per la pandemia non ci permette di esser in grado tra pochi mesi nelle condizioni di assicurarlo. In Parlamento c'è una volontà di approfondire il tema, una volonta' che va anche oltre la maggioranza", ha ricordato Brescia nel suo intervento in Aula.

Eppure il M5s ha bocciato un emendamento della Lega proprio sul voto elettronico, per quello degli italiani all'estero. "E' vergognoso che il M5s che da sempre sbandiera questa volontà, all'atto pratico, sia il primo a negarlo", hanno affermato i deputati della Lega Paolo Formentini e Igor Iezzi. "Quella che è stata una conquista di civiltà e democrazia come il voto degli italiani all'estero poteva non essere più inficiata da abusi e truffe documentate, come purtroppo abbiamo visto in questi ultimi anni. Evidentemente, a questa maggioranza non interessa restituire dignità al voto di tanti connazionali che vivono fuori dal nostro Paese". Il voto elettronico per gli italiani all'estero "in questa fase è inattuabile", ha chiosato il sottosegretario all'Interno Achille Variati.