Dalle atmosfere vivaci e malinconiche della Parigi ottocentesca bohémienne al clima sanguinario nella Francia del Terrore giacobino. Dopo 'La Traviata' il palcoscenico del Carlo Felice si apre – dal 6 al 15 febbraio - sull''Andrea Chenier', caposaldo del verismo musicale e tra i titoli più amati di Umberto Giordano che nel 1896 scrisse la partitura su libretto di Luigi Illica. Ispirato alla vita del poeta francese che dà il titolo all'opera condannato per i propri ideali filo monarchici dal tribunale rivoluzionario e giustiziato in pieno Regime del Terrore, seguiamo parallelamente la vicenda politica e la sua storia d'amore con la contessa Maddalena che li porterà ad affrontare insieme il patibolo.
Un cast di primaria grandezza internazionale
"Uno spettacolo veramente molto atteso - sottolinea il Sovrintendente del Carlo Felice Claudio Orazi - perché ormai lo 'Chenier' manca da alcuni anni. E' una prova molto importante per le nostre compagini artistiche, per l'orchestra e il coro che saranno diretti dal nostro Direttore emerito Donato Renzetti. E anche il cast è di primaria grandezza internazionale, a cominciare da Maria Josè Siri, passando per Fabio Sartori e a Amartuvshin Enkhbat che è ormai una vecchia conoscenza di questo teatro".
Un messaggio sempre attuale
Questa vicenda di amore e morte riscosse un grande successo a livello internazionale in quegli anni di passaggio dal Romanticismo al Novecento proponendosi come un punto di riferimento per i contemporanei. E resta sempre attuale quel suo messaggio per il quale le aspirazioni e il destino degli individui soccombono nel momento in cui entrano in contrasto con le ragioni della Storia che nella loro logica inesorabile non lasciano alcuna forma di scampo.
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