Cronaca

Salvatore fratello del magistrato: "Paolo e Falcone due grandi amici con idee politiche diverse, ma ci scherzavano salutandosi con il saluto romano e il pugno chiuso..."
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Genova -"Mio fratello Paolo è stato ucciso da pezzi deviati dello Stato".

E' la denuncia di Salvatore Borsellino, fratello maggiore di Paolo, arrivato a Genova da Palermo per un convegno sulla mafia organizzato nel teatro Carlo Felice dal movimento delle Agende Rosse di Pino Carbone.

Dopo l'uccisione di Falcone con la sua scorta a maggio del 1992 sembrò a tutti evidenti che il prossimo a morire sarebbe stato Paolo: "Paolo sapeva che toccava a lui, uccidere Falcone e lasciare in vita Borsellino non sarebbe servito a nulla perchè Paolo sino all'ultimo giorno della sua vita avrebbe tentato di arrivare all'assassino di suo fratello (dice proprio così per errore, come in lapsus freudiano Salvatore Borsellino), Paolo negli ultimi giorni aveva detto, "sarà la mafia ad uccidermi ma non è stata la mafia a uccidermi, ecco a distanza di 30 anni si sa chi l'ha ucciso ma purtroppo non sappiamo chi ha voluto veramente la sua morte".

Chi ha voluto veramente la sua morte?

"Quei pezzi deviati dello stato che non volevano che venisse alla luce quella scellerata trattativa con la mafia - spiega Borsellino-, trattativa che purtroppo oggi abbiamo appreso non essere un reato".


Borsellino poi conferma che Paolo "era di destra, mentre Giovanni Falcone era comunista, ma erano due grandi amici uniti nella lotta alla mafia che quando s'incontravano si sfottevano facendo chi il saluto romano e chi esibendo il pugno chiuso...".
Il fratello del magistrato ucciso conclude con una considerazione: "Quella destra e quella sinistra storica a cui appartenevano Paolo e Giovanni non ci sono più".

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