
Il tribunale di Genova ha inflitto sei anni di reclusione al portuale Maurizio Sciotto, accusato di aver fornito supporto logistico decisivo a un'operazione di traffico internazionale di stupefacenti. La pena, pronunciata al termine del rito abbreviato, rappresenta uno sconto rispetto agli otto anni richiesti dal procuratore aggiunto Federico Manotti della Direzione Distrettuale Antimafia: l'accordo sul rito ha determinato la riduzione automatica di un terzo.
La scoperta della cocaina al porto di Genova
I fatti risalgono al febbraio 2024, quando i carabinieri del nucleo investigativo, in collaborazione con la guardia di finanza, intercettarono una Fiat Panda rossa all'uscita dal terminal Spinelli. A bordo c'erano Federico Pinna (49 anni) e Cosimo Spampinato (59 anni), già condannati in via definitiva a 13 anni e un mese e 8 anni per aver tentato di portare via dal porto 145 chili di cocaina nascosti in quattro borsoni. La droga, suddivisa in 130 panetti e proveniente da un container di tonno in scatola arrivato dalla nave Kristina (partita da Guayaquil, Ecuador), avrebbe fruttato sul mercato oltre 650.000 dosi.
Il ruolo chiave di Maurizio Sciotto
Secondo l'accusa, Sciotto – soprannominato 'Aeroplano' nella chat criptata dei trafficanti – aveva giocato un ruolo decisivo: aveva accompagnato Pinna e Spampinato in un sopralluogo preliminare nel terminal, aveva fornito un badge per superare i varchi di sicurezza e aveva procurato adesivi con il logo della Santa Barbara (azienda estranea ai fatti) da applicare sulla fiancata della Panda per farla passare inosservata come veicolo di un'impresa di revisione antincendio. In cambio, il 35enne avrebbe dovuto ricevere 100mila euro, somma che – a suo dire – voleva spendere per "la bella vita". Le intercettazioni e i dubbi della fidanzataLa fidanzata lo aveva frenato: "Dobbiamo pagare il mutuo, altro che macchinoni…". E lui, preoccupato: "Sei matta, se lo fai ci arrestano tutti dopo due giorni". Le indagini, coordinate dalla Dda, erano partite proprio dalle intercettazioni tra Pinna e Spampinato, dove compariva il nickname 'Aeroplano'.
La notte del blitz e la paura di Sciotto
Sciotto era presente nel terminal la notte del blitz: in una conversazione captata si sentiva dire "Ero dall’altra parte. Ho visto i lampeggianti e ho buttato il telefono dedicato che m’avevano dato…ho perso la saliva dallo spavento". Temeva che i complici lo tradissero, ma Pinna – che lo conosceva dall’infanzia – lo aveva protetto. Nonostante ciò, gli investigatori sono riusciti a ricostruire il suo ruolo.
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