Cronaca

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Il presidente della Regione alla cerimonia per i vessilli dell'Europa, dell'Italia e di Genova donati al centro di don Giacomo Martino che dal 2014 offre un progetto di integrazione con scuola di italiano e corsi per imparare un mestiere
3 minuti e 14 secondi di lettura
di Miv

Il presidente della regione Marco Bucci ricordando gli anni di lavoro giovanili negli Stati Uniti svela: "Anche il sono stato un immigrato per 22 anni, non faccio paragoni, ma anche per me non è stato facile, per questo le persone che si muovo per realizzare un sogno devono essere aiutate"

Un progetto avviato nel 2014

Oggi Genova e la Liguria hanno reso onore a un grande sogno di solidarietà realizzato: il campus dei migranti di Coronata Cooperativa "Un'altra Storia" nato nel 2014 al posto di un ospedale abbandonato e trasformato in un punto di approdo sicuro per chi arriva da lontano, un centro dove è possibile imparare l'italiano e anche un lavoro, affinché gli stranieri visti da alcuni come un problema si rivelino una ricchezza.

In regalo tre bandiere istituzionali

Un onore ribadito con una grande cerimonia per festeggiare le tre bandiere istituzionali donate al Campus per l'alto valore simbolico che esse rappresentano: i vessilli dell'Europa, dell'Italia e di Genova, che adesso sventolano all'ingresso del centro.

Un sogno del primario Cremonesi...

L'idea di recuperare l'ex ospedale San Raffale era stata di Paolo Cremonesi che mentre faceva il primario del pronto soccorso all'ospedale Galliera e tante altre cose nel tempo libero, da volontario, ha contribuito, un pezzetto per volta, a realizzare questo progetto, "un sogno possibile grazie all'allora sindaco di Genova Doria e l'allora arcivescovo della città Bagnasco" ha ricordato Cremonesi.

A donare le bandiere al campus è stata l'Associazione Nazionale Insigniti dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Don Martino: "Senza accoglienza si muore da soli"

Toccanti alla cerimonia le parole del padrone di casa, don Martino: "Amare la patria significa non chiudersi ma aprirsi a queste persone affinché l’Italia sia più giusta, noi vogliamo condivider la libertà, noi genovesi siamo marinai e per mare non si chiedono i documenti, la bandiera dell’Europa è il segno di una profezia da compiere. L’Europa che sogniamo non può essere una dogana, ma un orizzonte. Le stelle della bandiera non rappresentano potenze ma popoli che scelgono di vivere insieme, pur diversi, se non si accoglie oggi domani si morirà da soli".

Bucci: "Genova ha sempre accolto i marinai"

Belle parole, un pizzico di ricordi dei suoi anni giovanili negli Usa, anche dal presidente della Regione Liguria Marco Bucci: "Questo progetto è un'eccellenza nazionale, invito tutti ad aiutare e sostenere questi percorsi, perché l'integrazione non è semplice, ma alla fine produce qualcosa di importante per l'intera comunità. Genova lo ha dimostrato anche 50 anni fa con l'immigrazione dal sud. Ma l'accoglienza e l'integrazione fanno parte della storia di Genova già dal 1200 quando gli equipaggi delle navi erano costretti a rimanere a terra per il mare grosso e la Repubblica di Genova aiutava i marinai".

L'assessore Bruzzone: "Le bandiere sono un ponte"

A rappresentare la sindaca di Genova Silvia Salis c'era l'assessore Rita Bruzzone: "È veramente Un’altra storia quella che arriva da questo campus le bandiere rappresenta i nostri valori, di una città di mare che accoglie chi vuole realizzare i propri sogni, queste bandiere sono un ponte e le istituzioni devono assumersi le proprie responsabilità affinché Genova sia accogliente. La consegna delle bandiere istituzionali è un gesto che supera la dimensione simbolica: rappresenta un riconoscimento concreto verso una realtà che, con dedizione costante, contribuisce al progresso civile e umano del nostro territorio "

Alla manifestazione hanno partecipato anche Francesca De Marini commendatore dell'Associazione Insigniti OMRI, il Prefetto Cinzia Torraco, Lorenzo Campani presidente di AssoArma, il governatore del Rotary distretto 2032 Luigi Gentile e l'avvocato Antonella Cascione, esperta nelle tematiche dell'immigrazione.

Il migrante che era stato reso schiavo, "grazie Genova"

Fra i vari interventi anche quello di un migrante, Prince, 32 anni, ivoriano: "Sono onorato di essere qui. Io sono sbarcato nel 2017 a Lampedusa dopo un viaggio lungo, ho attraversa deserto, sono stato venduto e mi sono riscattato pagando con il mio lavoro, poi ho raggiunto Italia. Oggi sono un marito e un papà felice e per questo ringrazio Italia che mi ha aperto le porte".

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