
Un corpo irriconoscibile, divorato dall’acqua e dal tempo. È quanto resta dell’uomo trovato ieri pomeriggio nel greto del rio Branega, sulle alture di Pra'. L’autopsia, disposta dal pm Giancarlo Vona, sarà l’unico modo per risalire all’identità: cinque giorni in acqua, forse di più, stimano i primi rilievi. Un escursionista lo ha visto tra i sassi, incastrato in una gola impervia, lontano da sentieri battuti
ll volto è cancellato, i polpastrelli corrosi: addio impronte digitali.
Solo una maglietta – colori sbiaditi di una squadra marocchina – lascia intuire un’origine nordafricana, ma è tutto da verificare con il DNA. La squadra mobile setaccia le denunce di scomparsi delle ultime settimane, da Genova alla Riviera
Al setaccio le telecamere vicino il torrente
Il corpo è stato trascinato dalla corrente o è caduto lì, in quel punto isolato? Per ora tra le ipotesi anche il suicidio. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, 118 e polizia. Nei prossimi giorni l’Istituto di Medicina Legale eseguirà l’autopsia: cause della morte, eventuali traumi, tossicologia. Solo allora, forse, un nome. E una storia dietro questo ritrovamento.
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