Se ne parla sulle chat di Whatsapp degli studenti, girano foto e messaggi inoltrati molte volte. "Vengono qui stanotte, armati" si legge nei messaggi che rimbalzano tra un ragazzo e l'altro. La paura che quello avvenuto al liceo Leonardo da Vinci possa ripetersi in altre scuole occupate, come il Bergese, l'IIS Carlo Rosselli e il Firpo Buonarroti, è concreta. Tanto che in vari istituti gli studenti hanno deciso di barricarsi all'interno, mettendo banchi e sedie dietro alle porte per evitare lo sfondamento.
Continuano le indagini a 360 gradi
Continui attacchi, una nozione che combacia con le indagini della Digos che ora si concentrano su altri due blitz simili avvenuti questo mese. Il primo allo scientifico Calvino di Borzoli il tre ottobre, mentre migliaia di genovesi manifestavano per la Global Sumud Flotilla, l'altro al Nautico San Giorgio una decina di giorni dopo. Due blitz che sono velocemente entrati nel fascicolo degli investigatori, a cui ora spetta il compito di ricostruire ogni dettaglio della notte di sabato e, soprattutto, definire una volta per tutte la matrice dei gesti.
(Le porte barricate dagli studenti che occupano)
Gruppo armato di spranghe entra in un liceo occupato: scuola devastata, indagini in corso
Ai giovani verrà contestato il danneggiamento aggravato
Intanto la Digos avrebbe identificato un maggiorenne, uno dei pochi visto che la maggior parte ha tra i 15 e i 17 anni. Ai giovani verrà contestato il danneggiamento aggravato, anche per l'utilizzo di simboli neonazisti come la svastica e i cori su Mussolini. Questa sera intanto, tra gli osservati speciali della polizia, rientrano anche tutti gli istituti occupati.
La ricostruzione dell'assalto al Leonardo da Vinci
Girano anche i messaggi degli studenti del Leonardo da Vinci, che raccontano l'assalto subito nella notte tra sabato e domenica, quando un gruppo di quaranta giovani, vestiti di nero, armati di spranga al grido "viva il Duce" hanno sfondato l'entrata del liceo scientifico di via Arecco, a Castelletto. All'interno della scuola si trovavano circa 200 studenti, pronti a passare la notte per l'occupazione pacifica organizzata nell'assemblea scolastica del venerdì prima. È successo qualche minuto dopo la mezzanotte. Secondo il racconto di diversi ragazzi presenti nell’Istituto durante l’assalto, il gruppo aveva sostato per circa mezz’ora nel parcheggio davanti all’entrata: a quel punto, armati di pezzi di ferro recuperati dal vicino cantiere edile, si è diviso.
Blitz al Leonardo da Vinci, si indaga su due assalti simili
Una decina si è arrampicata sui ponteggi e sulle scale anti incendio, altri hanno sfondato l’ingresso, distruggendo la porta a vetri e i banchi che erano stati messi dagli studenti per barricare l’entrata. "Hanno urlato viva il Duce" raccontano, come viene poi dichiarato dal Collettivo Studenti Leonardo Da Vinci sulle sue pagine social. Diverse le telefonate al 112, ma secondo i ragazzi la polizia non sarebbe arrivata se non la mattina seguente. Su questo, il questore Silvia Burdese ha specificato che “si stanno valutando tempi e modi dell’intervento”. La scuola risulta danneggiata con scritte sui muri (tra le quali una svastica e “Free sosa”) vetri spaccati e sedie rotte. Diverse aule sono state invase dalla schiuma degli estintori.
Chi sono i "maranza"
"Free Sosa", come la svastica, sono le scritte fatte con la bomboletta spray che non sono passate inosservata agli inquirenti. La scritta, infatti, è una frase usata nella subcultura dei maranza. Ma chi sono? Vengono spesso "raccontate" come baby gang: importunano e aggrediscono passanti, turisti e coetanei per le strade delle città. Si tratta gruppi di ragazzi di età adolescenziale, spesso stranieri di seconda generazione ma anche italiani che seguono lo stile, che si rendono protagonisti di estorsioni, minacce e aggressioni.
Il fenomeno sociale che dalla Francia ha viaggiato tramite i social media, in particolare dalla piattaforma TikTok, dove ha iniziato a farsi conoscere all'inizio dell'estate del 2022. Motivazioni, spesso non ci sono: vogliono solo creare il caos. Come lo hanno creato all'interno del liceo scientifico di Castelletto, come raccontano gli studenti che erano all'interno.
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