Altra giornata calda per il futuro dell'ex Ilva. A Roma nuovo incontro tra il ministro delle Imprese Adolfo Urso, gli enti locali pugliesi e i sindacati. Al centro il programma di decarbonizzazione degli impianti di quella che oggi si chiama Acciaierie d'Italia. Una decisione che ruota attorno all'asse Roma-Taranto con Genova ad aspettare al di là del Tevere. Al ministero c'è il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, assente fisicamente invece il sindaco di Taranto Piero Bitetti che ha fatto capire che non intende firmare l'intesa sul piano. Il primo cittadino partecipa all'incontro da remoto.
Il piano presentato dal Governo prevede la costruzione di tre forni elettrici presso il sito di Taranto, per una capacità produttiva complessiva di 6 milioni di tonnellate annue, a cui si aggiunge l'ipotesi di un forno elettrico da realizzare eventualmente presso lo stabilimento di Genova, con una capacità di circa 2 milioni di tonnellate annue.
Genova aspetta di capire quale sarà il suo futuro, tutto dipenderà dal via libera o meno del piano per Taranto. Sotto la Lanterna si è accesa la discussione sull'opportunità o meno di realizzare il forno elettrico. Il ministro Urso arriverà a Genova insieme ai tecnici per spiegare il progetto il prossimo 4 settembre. Durante l'ultimo consiglio comunale la sindaca Silvia Salis non si è espressa: prima attenderà le valutazioni di Taranto e le spiegazioni da parte del ministro a inizio settembre.
Il vertice a Roma
Al momento della convocazione delle parti il ministro Urso ha detto che quello di Roma con gli enti locali pugliesi sarà "il momento della verità". All'arrivo al ministero il presidente della Regione Puglia Emiliano ha commentato: "Lo spirito con il quale partecipiamo a questo evento è quello di creare i presupposti per un accordo con il governo. Quindi siamo qui per trovare un accordo, non per fingere di trovare un accordo. . Collegati anche il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin e i rappresentanti del ministero della Salute e del ministero dell'Interno oltre ai nuovi vertici di Dri Italia, la società di proprietà di Invitalia, nata per lo studio e la realizzazione di impianti di produzione di preridotto. Al tavolo partecipano il presidente Cesare Pozzi e l’amministratore delegato Ferruccio Ferranti.
Durante il vertice il ministro Urso ha sottolineato l'importanza del momento: "Mi appello alla responsabilità di ciascuno nel comprendere la necessità di dare oggi un segnale positivo agli investitori che devono valutare se fare una offerta e che tipo di offerta per l’Ex Ilva. Per questo ci auguriamo che l’intesa sia sottoscritta". Mentre Emiliano ha aggiunto: "Questo è il momento nel quale bisogna uscire dal dramma industriale dell’ex Ilva, bisogna decarbonizzarla. Se chiude lo stabilimento è una catastrofe".
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