
Gli avvocati difensori dei 45 imputati del Morandi Bis, il procedimento nato come costola dell'inchiesta principale della tragedia del 14 agosto 2018 in seguito a presunti falsi, crolli di pannelli fono assorbenti e il distacco nella galleria Bertè, hanno chiesto per una seconda volta che il processo venga celebrato in una sede diversa da Genova.
Come già fatto senza risultati durante l'udienza preliminare, i legali anche nel dibattimento hanno presentato un'eccezione per incompetenza territoriale adducendo il fatto che i presunti reati di falso contestati sarebbero stati commessi in uffici Aspi o Spea di Roma e di Bologna.
Nella prossime udienze parleranno i pm Cotugno e Puppo, poi toccherà ai giudici, che potrebbero decidere di rinviare tutto in Cassazione.
Durissime le dichiarazioni dei legali degli imputati, molti dei quali già sotto accusa per il processo sul crollo che ha provocato la morte di 43 persone.
Fra i più critici Marcello D'Ascia, difensore di un ex tecnico di Aspi. "Il Morandi bis è un "processo stampella" fondato su eventi non gravi, tranne l'eccezione del crollo della galleria Bertè, dove comunque non ci sono stati feriti, un processo a nostro avviso imbastito dalla procura per provare un teorema, ossia che c'era un sistema di controlli non funzionante".
IL COMMENTO
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