
Le cosche calabresi in Liguria "hanno da sempre dato prova di "mimetismo" criminale, intrecciando rapporti di reciprocità con esponenti collusi del mondo imprenditoriale, delle professioni e con funzionari pubblici infedeli, acquisendo nel tempo un patrimonio relazionale indispensabile per realizzare i propri interessi criminali". È quanto emerge dalla relazione sull'attività svolta dalla Direzione investigativa antimafia nel 2024.
La Liguria si conferma crocevia fondamentale per il traffico internazionale di droga
"Tuttavia, queste - si legge nel documento - non hanno rinunciato all'uso della violenza ricorrendo negli anni ad atti intimidatori finalizzati a superare le resistenze opposte ai tentativi di condizionamento, rivolti finanche ad amministratori locali. In Liguria dal 2014 al 2023 sono stati, infatti, perpetrati ben 185 episodi minatori, dei quali 10 nei confronti di sindaci, tre di consiglieri comunali e uno di amministratori regionali". La Liguria, inoltre, si conferma ancora una volta crocevia fondamentale per il traffico internazionale di droga.
Al centro le inchiesta giudiziarie che confermano la presenza in Liguria
Le inchieste giudiziarie, continuano gli inquirenti nel documento, "hanno consentito nel corso degli anni di delineare la presenza nella Regione di una struttura organizzativa della 'ndrangheta, che costituisce una macroarea denominata Liguria, alla quale fanno riferimento altre unità periferiche, i cd. locali". Che seppure strettamente collegati "al Crimine di Polsi (frazione di San Luca-Reggio Calabria), i locali di Genova, Lavagna (Genova) e Ventimiglia (Imperia) sono dotati di un'autonomia strategico-operativa che gli consente un potere decisionale in diversi settori criminali".
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IL COMMENTO
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