SANREMO - Polizia penitenziaria vittima dell’ennesima aggressione, ancora a Sanremo, nel Carcere di Valle Armea, dopo i disordini dell’11 settembre e quelli nel tardo pomeriggio del 12 settembre - dove due agenti sono rimasti feriti con prognosi di 27 e 8 giorni - con la devastazione del Reparto Terza Sezione, dove sono presenti una cinquantina di detenuti.
Nel pomeriggio di venerdì, un detenuto di origine magrebina ha sferrato un pugno al volto all’agente del piano e lanciato contro il muro un altro agente accorso in aiuto. Il detenuto pretendeva di uscire dal piano detentivo. Immediato il soccorso ai due poliziotti, che sono stati trasportati al nosocomio cittadino con prognosi rispettivamente di 3 giorni.
"Quanto continua ad accadere a Sanremo dimostra la sostanziale inerzia dell’amministrazione penitenziaria a tutti i livelli, non adeguatamente supportato dall’azione politica del Ministero della Giustizia e del Governo, che non riesce ad assumere provvedimenti e misure utili ad arginare le continue tensioni che attraversano le carceri da nord a sud, isole comprese”. Lo dichiara Fabio Pagani, segretario della UILPA Polizia Penitenziaria. “Come se non bastasse, le difficoltà operative vengono amplificate dalla disorganizzazione che investe l’apparato inframurario nel suo insieme, come si fa a tenere 50 detenuti in Terza Sezione, un reparto completamente devastato - distrutta completamente la postazione della Polizia penitenziaria ”,
Al centro delle denunce da parte del sindacato anche le turnazioni massacranti anche di 15 ore continuative. "Gli agenti penitenziari nel 2024 hanno subito oltre 2mila aggressioni. Le carceri sono al tracollo e Sanremo al capolinea - non possiamo sempre affidarci alla professionalità e al diuturno sacrificio delle donne e degli uomini del Corpo di Polizia penitenziaria è impensabile andare avanti così. Il Guardasigilli, Carlo Nordio, e la Premier, Giorgia Meloni, battano un colpo, a cominciare da Sanremo".
IL COMMENTO
La zona buia dell’adolescenza e la campagna che non attira
La contestazione delle “periferie” e l’ascesa delle nuove destre in Europa