Ancora alti i fari su Ventimiglia per quanto accaduto nei giorni scorsi all'autoporto quando un camionista ha preso a cinghiate un gruppo di migranti nascoste nel suo rimorchio per tentare di oltrepassare il confine. Il video, ripreso da un suo collega, postato sui social e diventato virale, ha riaperto l'ennesimo dibattito sul fenomeno dell'immigrazione.
A parlare, dopo le le varie associazioni, personaggi politici, figure di rilievo nel mondo sociale sono ora i camionisti in sosta all'autoporto della città di confine, evidentemente frustrati dal fenomeno in continua crescita.
"A sei autisti su dieci - racconta fuori microfono un autotrasportatore - è capitato almeno una volta. Chi li ha trovati all' interno del rimorchio, chi legati sotto il camion, chi in mezzo a carichi di cemento e pietre."
" A me - interviene un secondo - è capitato diversi anni fa, ho chiamato la polizia e lo hanno portato via". Ma non tutti chiamano le forze dell'ordine per paura di rischiare una denuncia per favoreggiamento all'immigrazione clandestina perché " vallo a spiegare alle forze dell'ordine - aggiunge un autista originario dell'Est Europa - che non ne sapevi nulla e te li sei trovati a bordo improvvisamente. Non è così semplice dimostrarlo a causa anche di alcuni colleghi che si, hanno fatto da passeur."
" Ciò non toglie - interviene un quarto autista - che il gesto è un gesto da Medioevo, ingiustificabile. Deplorevole anche postare il video senza intervenire. Stiamo parlando di persone che vivono una situazione difficile disposte a tutto pur di oltrepassare il confine. In questi casi l'unica soluzione è chiamare le forze dell'ordine, sempre e comunque."
"La verità - commenta un autotrasportatore della zona che quotidianamente percorre l'autostrada per raggiungere Marsiglia - è che qui, succede di tutto. Soprattutto di notte. Qualche volta, di giorno, non spessissimo, l'intera area viene controllata prevalentemente da gendarmi in borghese ma di notte è terra di nessuno. Spesso assistiamo a "veri e propri assalti" ai camion da parte di migranti, sempre su indicazione di qualcuno, ma difficilmente interveniamo. Abbiamo paura perché non sappiamo chi potremmo trovarci davanti. Non molto tempo fa un collega è stato aggredito da migranti e trasportato in pronto soccorso solo perché aveva provato ad allontanarli dal suo mezzo. Quando ci allontaniamo dal camion per una ventina di minuti, al ritorno, molti di noi controllano il rimorchio ' armati ' di un bastone. Non si sa mai."
Gli autisti non si sentono al sicuro e sperano in un servizio di vigilanza, soprattutto notturno, nell'autoporto gestito dal Gruppo Gavio.
IL COMMENTO
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