Cronaca

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Le indagini sull'assassinio di Nada Cella potrebbero essere prorogate, rispetto alla scadenza per la chiusura generale delle indagini che scade a fine marzo. La Procura di Genova sembra infatti intenzionata a chiedere più tempo, al pari del perito Emiliano Giardina, il genetista che deve svolgere i test del Dna sui reperti trovati nella stanza del delitto, che deve invece consegnare i risultati alla fine di febbraio.

La Procura sembra intenzionata ad andare a fondo e nei giorni scorsi ha ascoltato Filippo Gebbia, oggi in pensione, all'epoca dei fatti pm della Procura di Chiavari impegnato sull'inchiesta, in merito al fascicolo su Annalucia Cecere, tornata sotto i riflettori e all'attenzione dei magistrati dopo che l'attività della criminologa Antonella Pesce Delfino e dell'avvocato Sabrina Franzone, legale della famiglia Cella, aveva contribuito a riaprire il caso.
All'epoca dei fatti la Cecere era stata indagata ma scagionata dopo pochi giorni. I carabinieri avevano ascoltato alcuni testimoni che avevano raccontato che la Cecere era stata vista con le mani sporche di sangue lasciare in ciclomotore l'edificio di via Marsala dove si trovava lo studio del commercialista Marco Soracco dove Nada lavorava.

Per gli inquirenti che hanno riaperto il caso, la Cecere avrebbe ucciso Nada per gelosia e per prendere il suo posto di lavoro. Il commercialista, insieme con la anziana madre sono indagati per false dichiarazioni al pm: per l'accusa avrebbero mentito su aspetti di cui erano a conoscenza.