Cronaca

A salvare il killer solo l'intervento dei poliziotti penitenziari, intervenuti, secondo alcune ricostruzioni, dopo ben 4 ore dall'inizio del sequestro. Su questo è intervenuto Fabio Pagani, segretario regionale della Uilpa polizia penitenziaria
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SANREMO - Verrà svegliato lunedì 27 novembre Alberto Scagni, 42enne condannato a 24 anni e 6 mesi per aver ucciso sua sorella Alice nel maggio dell'anno scorso ora in coma farmacologico nell'ospedale Borea di Sanremo. 

Scagni è stato sequestrato e picchiato per ore nella notte tra mercoledì e giovedì da due compagni di cella, due marocchini di cui uno in carcere per violenza sessuale che oggi verranno processati per direttissima. Le accuse sono sequestro, lesioni gravi e tentato omicidio.

A salvare il killer solo l'intervento dei poliziotti penitenziari, intervenuti, secondo alcune ricostruzioni, dopo ben 4 ore dall'inizio del sequestro. Su questo è intervenuto Fabio Pagani, segretario regionale della Uilpa polizia penitenziaria.

"Di fronte i poliziotti avevano uno scenario unico e esclusivo che non capita tutti i giorni, ovvero il detenuto sequestrato e immobilizzato all'interno di questa camera detentiva e barricati in camera, perché erano in quattro presenti, i due detenuti che sembravano anche alle prese con ubriachezza esagerata minacciavano di ammazzarlo chiunque si fosse avvicinato", spiega il sindacalista. "Si è perso tanto tempo, noi dobbiamo rispettare la norma, ovvero che non possiamo prendere iniziativa se si parla di utilizzo di forza e dei mezzi di coercizione, questi comportamenti devono essere autorizzati dal direttore e i tempi non li decidiamo noi".

"Abbiamo salvato una vita umana, questo lo possiamo dire, al di là delle condizioni in cui versa in questo momento il detenuto sequestrato"

"Il detenuto sequestrato è stato immobilizzato e massacrato, però permettetevi di evidenziare che i poliziotti penitenziari sanno fare i poliziotti penitenziari - continua Pagani -. Sui ritardi o meno di questo noi non ne possiamo rispondere, ma noi siamo pronti a intervenire fin dal primo minuto. Purtroppo non possiamo decidere autonomamente".

Sulla decisione di trasferire l'omicida da Genova Marassi, dove già era stato aggredito dopo che un detenuto aveva letto sul giornale della sua condanna, a Sanremo Pagani commenta: "Il carcere di Valle Armea non può ospitare un detenuto del calibro di Scagni: era già stato aggredito in quel di Marassi, è un detenuto sottoposto a una pena di 24 anni. Le indagini sono in corso per capire le reali motivazioni per il quale questi due detenuti volevano fargli del male, che vanno dalla motivazione per il quale il detenuto in oggetto avesse commesso quella tipologia di reato".

Alla base del problema, come viene denunciato ormai da tempo dal mondo della polizia penitenziaria, una cronaca mancanza di personale e un incredibile sovraffollamento: "Ovviamente Sanremo ha 290 detenuti. Ne potrebbe contenere 220. Cioè praticamente non hanno più posti per ospitare neanche gli arrestati. Quindi sarebbe stato veramente assurdo e impensabile gestire singolarmente un detenuto come quello per il quale è stato sottoposto a sequestro e ammazzato di botte".