Cronaca

Le immagini dimostrano che le fiamme sono partite dall'unica Vespa distrutta: la proprietaria era stata truffata dal venditore, un pregiudicato sotto inchiesta da anni
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GENOVA -"Le fiamme sono state appiccate ad una Vespa e da lì si sono propagate agli altri veicoli...".

Grazie alle parole di Elena (nella foto), una ricercatrice universitaria testimone oculare dell'incendio, inizia a dipanarsi il giallo del rogo delle 14 moto date alle fiamme da un piromane in vico Vegetti, all'angolo di stradone Sant'Agostino, nel centro storico: l'obiettivo dell'incendiario, appare chiaro, era una l'unica Vespa distrutta dal rogo insieme a 12 scooter e una moto.

La giovane proprietaria della Vespa, trapela da indiscrezioni della città vecchia, nei mesi scorsi aveva denunciato il meccanico che gliel'aveva venduta perché dopo un controllo della polizia locale aveva scoperto che il veicolo era stato riciclato in modo irregolare. L'artigiano, un pregiudicato, e alcuni suoi complici sarebbero da tempo oggetto di una importante indagine da parte della sezione giudiziaria della polizia municipale per furti e riciclaggio di Vespe.

L'incendio delle moto ha scosso la zona di Sant'Agostino. Le fiamme hanno investito e danneggiato l'impianto elettrico e una parete del vicino dipartimento di Architettura e Design che dopo un giorno di chiusura per la mancanza di corrente ha riaperto anche se due aule non possono ancora riaprire per i danni subiti dagli infissi, come ha spiegato a Primocanale Nicolò Casiddu, il direttore dipartimento Architettura e Design: "I vetri e gli infissi sono inutilizzabili, per fortuna le aule all'interno non hanno riportato danni visto che si tratta di loca cablati, stiamo sopperendo ridistribuendo le lezioni in altre aule, ma è evidente che è un disagio".

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