Cronaca

L'amministratore delegato di Autostrade per l'Italia nominato dopo la tragedia affonda la controllata Spea che sottovalutava il reale ammaloramento di viadotti e gallerie, ma parla con meno attenzione dei colleghi Aspi
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GENOVA -"I controlli che abbiamo svolto con due nuove aziende, Speri e Proger, hanno permesso di scoprire che il degrado dichiarato dal Spea era sottostimato sino al 200%".

Lo ha dichiarato davanti ai giudici del processo Morandi Roberto Tomasi, il nuovo amministratore delegato di Autostrade per l'Italia, chiamato in aula dai pm titolari delle indagini Terrile, Cotugno e Airoldi.

"Sono emerse anche numerose opere con voto 70 che equivalgono a problemi statici e imponevano la chiusura della struttura"

Sembra improntata alla massima trasparenza la testimonianza del nuovo volto di Aspi Roberto Tomasi che dopo la tragedia di Ponte Morandi del 2018 ha preso il posto di Giovanni Castellucci, l'imputato principale dei 58 alla sbarra chiamati a rispondere della morte di 43 persone.

Ad ogni domanda del pm Cutugno risponde in modo articolato e dettagliato, come a garantire la massima collaborazione con gli inquirenti e la presa di distanza dagli amministratori che lo hanno preceduto. Tomasi però evidentemente ricorda meglio i problemi di Spea e meno quelli che c'erano nel suo mondo di Aspi. L'interrogatorio da parte di Cotugno di conclude in tempi relativamente brevi, intorno alle 11.30. Poi parte il controesame con gli avvocati delle parti civili e degli imputati.

Ad una domanda specifica sul motivo dell'esclusione di Spea dai controlli della rete autostradale Tomasi ja risposto così: "Avevamo riscontrato che Spea non era più affidabile per questo l'abbiamo gradualmente sostituita con altre due aziende di monitoraggio" ha ribadito Tomasi.

L'avvocato Cesareo delle parti civili dopo avere sottolineato che Tomasi rivestiva un ruolo apicale in Aspi anche quando avvenne la tragedia ha chiesto al teste dove si trovava nel giorno della tragedia:

"Il 14 agosto mi trovavo in vacanza a Budapest e tornai subito in Italia per prendere parte alle riunioni operative dell'azienda" risponde Tommasi che poi ricordato le varie  riunioni con i vertici di Aspi. Cesareo ha poi chiesto se aveva avuto modo di interloquire con Donferri Mitelli, responsabile delle manutenzioni di Aspi, e con l'allora amministratore delegato Castellucci, Tomasi ha ricordato i primi passi di Aspi per aiutare gli sfollati dalla zona rossa. L'avvocato Panariello, sempre difensore delle parti civili, ha sottolineato come le sedi romani di Aspi e di Spea fossero nella stesso numero civico.

L'avvocato Raffaele Caruso delle famiglie della vittime chiede invece se c'erano state delle conseguenza all'interno di Aspi dopo la conoscenza del contenuto di intercettazioni telefoniche degli imputati. Tomasi ha ribadito il cambio nei vertici in Aspi ribadendo poi che l'unico asset rimasto all'interno è Spea che lavora per Tecne che si occupa però solo di progettazioni, Telepass, ha precisato rispondendo a una specifica domanda  invece è stato ceduto ad Atlantia. 

L'avvocato TRiccardo Tagliaferri difensore di Antonino Galatà, ex numero uno di Spea, chiede invece la percentuale e l'impatto delle onduline delle gallerie smontate, "in fatto di costi non era molto significativo, anche se hanno creato molti problemi al traffico per smontaggio e il ripristino delle gallerie"

 

 

 

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