Cronaca

Dalle parole di un tecnico di Autostrade si dava per scontato che la sorveglianza di Spea fosse affidabile, in realtà, per l'accusa, la società di ingegneri era del tutto assoggettata ad Aspi. Solo dopo il crollo verifiche e budget per la sicurezza
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GENOVA -La colpevole filosofia al risparmio in fatto di sicurezza di Autostrade per l'Italia e di Spea si è tramutata in un aumento considerevole degli investimenti per la manutenzione solo dopo la tragedia che ha provocato la morte di 43 persone.

Non solo: a Genova non esisteva una figura che potesse controllare i controllori, che sorvegliasse Spea, perchè si dava per assodato che la società di ingegneria fosse affidabile, mentre in realtà si è rivelata una costola di Autostrade per l'Italia del tutto inaffidabile.

E' quanto emerso dalla testimonianza al processo di Ponte Morandi di Matteo Marvogli, ingegnere dal 2019 al 2021 direttore tecnico del tronco di Autostrade di Genova.

La riprova delle parole del tecnico, teste dell'accusa, è negli investimenti per la messa in sicurezza di viadotti e ponti del nodo di Genova che schizzano in alto solo dopo la tragedia: nel 2018 erano stati stanziati 2,3 milioni di euro, l’anno dopo 9,8 milioni che nel 2020 superano i 22 milioni, la riprova della necessità di mettere in sicurezza in modo urgente infrastrutture sino ad allora trascurate.

Rispondendo alle domande del pubblico ministero Walter Cotugno, Marvogli ha spiegato come dal 2019 ci fu una crescita delle opere segnalate per interventi di manutenzione. E questo, secondo il teste, perché fino a quel momento i difetti non erano rilevati correttamente, oppure non si applicava il manuale Spea che attribuiva i voti degli ammaloramenti.

Fino al 2019 in tutta la rete di Autostrade Spea aveva soltanto 3 o 4 by-bridge, le piattaforme speciali necessarie per le ispezioni dei viadotti. Da quell’anno invece ne furono inviate tre solo per il tronco di Genova. 

Il prossimo teste sarà Alessandro Costa, bolognese, un geologo ex Spea ora dipendente di Tecne che due settimane prima della tragedia aveva effettuato una ispezione di approfondimento su una trave del viadotto Pecetti, sull'autostrada A26, poi, a detta dell'accusa, modificata dall'imputato Maurizio Ceneri.
Dopo questa udienza il processo si fermerà per due settimane per riprendere il 2 maggio. Quindi si andrà avanti sino a luglio, quando ci sarà lo stop estivo sino a settembre.

A proposito di calendari, il giudice Lepri ha già reso noto le date delle udienze del prossimo anno, il 2024, previste sino a luglio. Una scadenza che oggi appare così lontana, ma che spaventa i familiari delle vittime per lo spettro della prescrizione di alcuni dei reati contestati.

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