Cronaca

Mille iniziative per ricordarlo e a ogni partita del Genoa a Marassi, da stasera per la gara con la Reggina, ci sarà una nuova bandiera rossoblù tutta per lui, per Edo Addezio, il ragazzo che mordeva la vita e volato via troppo presto
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GENOVA - Non accenna a diminuire il grande cordoglio suscitato dalla morte improvvisa a soli quindici anni di Edoardo Addezio, il liceale di Castelletto stroncato da un malore mentre giocava in casa con gli amici.

L'ultimo saluto, il funerale del ragazzo, sabato mattina, alle 10,30 nella chiesa della Santissima Concezione di piazza Cappuccini, in via Bertani, alle spalle di piazza Corvetto. Siccome è previsto un afflusso importante di persone, per buona parte ragazzi, da Castelletto, ma anche dal resto della città, è stata allertata la polizia municipale per disciplinare il traffico e agevolare l'arrivo e la partenza del feretro.

Dopo la funzione Edoardo sarà tumulato nel cimitero di Sestri Ponente, quartiere del papà e dove riposano già i bisnonni del ragazzo.

I compagni che condividevano con Edo la passione per il Genoa da stasera, in occasione di Genoa-Reggina, sventoleranno nello stadio di Marassi una bandiera dedicata all'amico scomparso, la bandiera de "I Bollenti". Un vessillo rossoblù che sarà presente sugli spalti ogni volta che la squadra rossoblu giocherà una partita in casa, come a simboleggiare che Edo, insieme a una delle sue più grandi passioni, è ancora lì a tifare e gioire e pure soffrire per il suo Grifone.

La morte del quindicenne ha colpito molto non solo quelli, e sono tanti, che lo conoscevano, ma l'intera città perchè Edo era amato in tutti gli ambienti che frequentava, dal liceo Leonardo da Vinci di Manin, ai campi dove giocava a calcetto o a tennis.

Carattere solare, sportivo nonostante una cardiopatia che sembrava ormai superata, Edo - come si evince dai racconti degli amici - era un vulcano che tracimava entusiasmo per la vita, amava tutto ciò che lo circondava, adorava la famiglia, mamma, papà la sorellina di 13 anni, la sua fidanzata, e appunto i tanti amici che solo ora di accorgono di essere come orfani del suo sorriso, compagni che come vivono appieno quell'età piena di incognite in cui da bambini ci si avvia a diventare adulti. L'età delle curiosità, in cui si annusa ogni emozione, si condivide, si vive leggeri, ci si butta, senza risparmiarsi, senza indugiare, amando le persone che si hanno intorno senza timori, perchè la vita a quell'età è solo colori e sorrisi, come lo era quella di Edoardo.

Un'esistenza nelle scorse ore raccontata bene, cercando di respingere il dolore, da Enrico Addezio, il papà, che non smetterebbe mai di parlare del suo ragazzo e di quante vite ha vissuto in soli quindici anni, ascoltando i cd della sua musica nei viaggi in macchina, quella musica di altre generazioni che era diventata in modo naturale anche di Edo, David Bowie, i Depeche Mode, e tanti altri ancora, i film in tv visti il venerdì sera al fianco con genitori e sorella, nel salotto che diventava cinema, i cult di Queen Tarantino, di Robert De Niro, quella passione per il cinema ereditata proprio da mamma e papà, come quella per il Genoa, il Vecchio Balordo che da domani sera, per la sfida da tutto esaurito contro la Reggina, avrà una bandiera in più, nella Nord o chissà dove, la bandiera sorretta da "I Bollenti", gli amici di Edoardo, che tutti allo stadio potranno vedere e indicare, e per un attimo, guardandola, pensare a quel quindicenne volato via, come il suo sorriso, troppo presto.

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