Cronaca

Il genetista del cold case di Chiavari: "Abbiamo rallentato perché siamo stati contagiati, contiamo di avere il responso entro il 15 del prossimo mese".
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GENOVA-Come per una beffa dopo ventisei lunghi anni di attesa il responso che potrebbe finalmente indicare il nome dell'assassino o l'assassina di Nada Cella slitta ancora, di circa un mese, per colpa del covid.

Tutti gli specialisti in genetica che stanno elaborando i reperti del delitto di Chiavari sono stati costretti a fermarsi per colpa del coronavirus.

Lo svela a Primocanale Gaetano Giardina (nella foto), il genetista titolare dello studio di Roma noto per avere risolto l'omicidio di Yara Gambirasio e titolare delle indagini sul giallo della segretaria uccisa il 6 maggio del 1996 nello studio del commercialista Marco Soracco in via Marsala, a Chiavari.

E' l'ennesimo rinvio della soluzione, e Giardina lo sa: "dopo tre o quattro rinvii tecnici ora siamo stati costretti ad allungare i tempi per i contagi, che hanno colpito i tre specialisti che lavorano con me e anche il sottoscritto. Abbiamo effettuato tutti gli esami sui reperti, ora non ci resta che compararli. Speriamo di avere i risultati entro fine luglio, anzi, anche prima. Il 15 luglio? E' possibile...".

Giardina ovviamente non dice nulla sui primi responsi dell'indagine genetica. Se sono ottimista? Diciamo poco..." butta lì come a non illudere nessuno, o forse per nascondere le carte che ovviamente rivelerà solo al pubblico ministero titolare dell'inchiesta.


Ad attendere i responsi è soprattutto Anna Lucia Cecere, l'ex maestra indagata per la seconda volta per l'omicidio perchè si è scoperto che 26 anni fa in casa sua i carabinieri avevano sequestrato due bottoni uguali a quello trovato dalla polizia sulla scena del delitto.

Per i detective della sezione omicidi della mobile potrebbe avere ucciso Nada per prenderne il posto nello studio del commercialista e diventare la sua donna di Soracco per mettersi per sempre alle spalle la sua difficile infanzia.

Cecere, ex maestra, che ora vive in Piemonte, nega e dice di avere ha un alibi, ovviamente dopo 26 anni difficile da provare ma anche da smentire.
 
Il giorno dell'omicidio la donna sarebbe stata a fare pulizie in uno studio di un dentista di Sestri Levante e non si sarebbe mai offerta per sostituire Nada: "Ho fatto le magistrali e di contabilità non so nulla".

L'altra persona che attende con ansia il responso delle analisi è Silvana Smaniotto, mamma di Nada Cella, che dalla sua casa di Chiavari ha detto a Primocanale: "Ho atteso 26 anni, aspetterò altre settimane, questa è l'ultima speranza per scoprire chi ha ucciso mia figlia".

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Dall'archivio storico di Primocanale, 1996: il delitto Nada Cella

Due mesi dopo avrebbe compiuto 25 anni ma purtroppo il destino per lei decise diversamente. Il 6 maggio 1996 Nada Cella venne trovata agonizzante ma ancora viva dal suo datore di lavoro, Marco Soracco, nello studio nel quale lavorava come segretaria da cinque anni in via Marsala a Chiavari. Sarebbe