Lavoratori ex Ilva davanti allo stabilimento di CorniglianoPiù che preoccupare spaventa. L'incontro tra Governo e sindacati fa aleggiare una nuvola nera attorno al futuro dell'ex Ilva, a Taranto come a Genova. Oltre a Bedrock Industries e Flacks Group, è stato firmato un accordo di riservatezza ed attivato l'accesso alla data room nel corso della scorsa settimana a un altro operatore estero per avviare una prima ricognizione finalizzata ad eventuale manifestazione di interesse. C'è stato, si legge nel piano, un "incontro venerdì scorso positivo a cui è seguita un'ulteriore richiesta di chiarimenti".
Ma i sindacati alzano le barricate. "Non si parla espressamente di Genova e non viene citato il numero di quanti finirebbero in cassa integrazione nello stabilimento di Cornigliano. Ma a livello complessivo spaventa il fatto che sia stato presentato un piano che affronta un periodo transitorio che è servito per dire che si può arrivare a 6.000 lavoratori in cassa integrazione. E' chiaro che questo andrà a coinvolgere anche gli stabilimenti del Nord, Genova compresa" spiega Stefano Bonazzi, segretario generale Fiom Cgil Genova.
Gestione operativa
Dal 15 novembre a febbraio 2026 ADI darà corso a interventi per la manutenzione AFO2, AFO4, Acciaieria 2, Treno Nastri 2, Rete Gas coke e agglomerato. Sono previsti anche interventi ambientali e sugli impianti marittimi. Da marzo 2026 sarà comunque necessario fare ulteriori interventi "auspicabilmente a cura del nuovo acquirente" tra i quali anche su AFO1 (ove dissequestrato).
Piano ciclo corto
Dal 15 novembre 2025 sarà necessario attivare un nuovo piano operativo a "ciclo corto" che comporta una rimodulazione dell'assetto produttivo del complesso aziendale. Dall'1 gennaio 2026 ci sarà il fermo di produzione delle batterie di cokefazione e dal metà gennaio 2026 l'avvicendamento tra AFO4 e AFO2 (un solo altoforno per circa 20 giorni).
Cassa integrazione
"La rimodulazione dell'attività produttiva, dal 15 novembre fino a fine dicembre, richiederà l'incremento del ricorso alla cassa integrazione, che passerà da 4.550 a circa 5.700 unità con integrazione del reddito. A tal fine il governo presenterà una norma legislativa anche per garantire la copertura finanziaria della integrazione. Dall'1 gennaio, con la fermata delle batterie di cokefazione, si arriverà a 6.000 unità".
Impianto dri
Il governo, con il supporto della Regione Puglia, per consentire la pronta attuazione del piano di decarbonizzazione, garantirà l'immediata disponibilità di risorse finanziarie necessarie alla realizzazione dell'investimento per l'impianto di DRI in 4 anni. Il governo sta lavorando per garantire all'impianto DRI e alla centrale termoelettrica una fornitura di gas via condotte terrestri, a prezzi competitivi. Il tavolo insediato al Mimit lo scorso 19 maggio ha permesso di individuare aree potenzialmente fruibili ai fini della reindustrializzazione (sia interne che esterne al perimetro dell'ex Ilva). Per queste aree "stiamo valutando i progetti di investimento di oltre 15 aziende italiane ed estere, fra cui primari player nazionali, i cui progetti possono realizzarsi nell'arco dei 4 anni" in vari settori.
18° C
LIVE
IL COMMENTO
-
Stefano Schiaparelli*
Mercoledì 12 Novembre 2025
-
Luigi Leone
Lunedì 10 Novembre 2025
leggi tutti i commenti40 anni di ricerche italiane in Antartide, la prima partì da Genova
Dalla gigafactory di Genova a Urso, Brunetta & C: Meloni ha un problema