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L'uomo, scomparso nel 2022 lasciando moglie e figli, aveva lavorato per 38 anni presso la base navale della Marina Militare
1 minuto e 11 secondi di lettura
di Au. B.

La corte di appello di Genova conferma un risarcimento di oltre 200mila euro a favore degli eredi di un dipendente dell'arsenale marittimo della Spezia deceduto dopo aver contratto un mesotelioma provocato dal contatto con l'amianto.

Morti sul lavoro, la storia di Riccardo: "Mio papà ucciso dal tumore dell'amianto" - LEGGI QUI 

Rigettato l'appello del Ministero della Difesa

"I giudici genovesi hanno rigettato l'appello che il Ministero della Difesa aveva promosso contro una sentenza del Tribunale della Spezia per la riduzione della cifra", annuncia la Fnp Cisl spezzina con il responsabile Antonio Montani, presso cui il pensionato si era rivolto per intentare l'azione legale. 

L'uomo aveva lavorato per 38 anni presso la base navale della Marina Militare

L'uomo, scomparso nel 2022 lasciando moglie e figli, aveva lavorato per 38 anni presso la base navale della Marina Militare. Scoperta la malattia si era rivolto all'avvocato Cosimo Lovelli che ha portato avanti la battaglia legale per conto dei famigliari, iniziata per dimostrare che il proprio caro, motorista di lungo corso sulle navi della Marina militare italiana, non fosse morto per un tumore esclusivamente causato da elevato tabagismo, ma anche dalla prolungata esposizione all'amianto. Il militare aveva lavorato per decenni a bordo delle unità navali della Marina militare, in un periodo storico in cui l'amianto era largamente utilizzato.

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