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Ci sono 12 luoghi in cui i valori sono sotto la media. Ma la nostra regione resta una delle migliori d'Italia
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Se i mari della Liguria godono di ottima salute, sono solo 12 su 382 i punti in cui in Liguria la qualità delle acque balneabili è definita "scarsa"
e non è possibile dunque farvi il bagno: a Genova sono la spiaggia di Boccadasse, quella di Priaruggia a Quinto, il lungomare di Pegli, la parte di spiaggia di Sturla a ovest; a Santa Margherita Ligure la spiaggia libera di ghiaia; a Rapallo l'area antistante la scogliera alla foce del torrente Boate; a Imperia la spiaggia Parco Urbano di S. Leonardo; a Sanremo la spiaggia tra i due torrenti in corso Trento e Trieste, ma anche il lungomare Nazioni, la Foce del rio San Bernardo, Bussola e San Martino. Quello di Rapallo verrà chiuso permanentemente per tutta la stagione poiché da 5 anni i suoi livelli sono scarsi. La normativa prevede dunque che sia il comune a intervenire per ripristinare la situazione, ma i controlli continueranno comunque durante tutta l'estate.

I risultati sono quelli dei monitoraggi di Arpal che già un mese prima dall'inizio della stagione balneare (che ufficialmente apre il 1 maggio sino a fine settembre) effettua prelievi continui per analizzare la qualità delle acque. "La costa ligure è suddivisa in 382 punti di controllo, ogni chilometro preleviamo un campione, lo portiamo in laboratorio e verifichiamo l'assenza di microrganismi che ci garantisce che la qualità delle acque sia conforme alle normative vigenti", spiega a Primocanale Federico Grasso, dirigente Arpal. La classifica è stata fatta a livello regionale andando a monitorare la qualità delle acque degli ultimi anni e facendo poi una media.

Su 382 soltanto 12 sono classificati scarsi e il "95 per cento rientra tra buono ed eccellente", spiega ancora Grasso. 

"Durante la stagione balnerare controlliamo i 382 punti almento una volta al mese, i punti scarsi e insufficienti vengono invece controllati due volte al mese. I risultati arrivano in 24 ore, così vediamo se il campione è conforme alla normativa. Se non è conforme il sindaco emette il divieto di balneazione e noi entro 3 giorni facciamo un campionamento supplettivo. Se è conforme il risultato, il divieto di balneazione può essere revocato. Di solito se il problema persiste è a causa di guasti al sistema fognario oppure all'indomani di precipitazioni anche intense che fanno sì che i torrenti portino a mare tuto quel che raccolgono", spiega il dirigente Arpal. 

Il mar Ligure ha comunque una forte capacità di depurarsi anche grazie alla sua profondità ripida concentrata in poche decine di metri e per questo spesso in tre giorni la situazione è già risolta. Questo significa anche, commenta Grasso, che spostandosi di pochi metri l'acqua è pulita. 

"Siamo una delle regioni con il più fitto sistema di monitoraggio in Italia se non addirittura la regione con il maggior rapporto tra numero di punti di controllo e lunghezza delle coste. In maniera sistematica le nostre acque hanno una qualità tra le prima della classe", conclude Grasso.