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A Palazzo Ducale la consegna delle medaglie d’onore ai cittadini italiani deportati ed internati nei lager nazisti. La cerimonia La Comunità ebraica sulla guerra Israelo-palestinese: "Non ci sono soluzioni facili a situazioni complesse"
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GENOVA - Non dimenticare per far sì che gli errori della storia non vengano ripetuti. Sono i ragazzi delle scuole i protagonisti della giornata della Memoria a palazzo Ducale a Genova. Durante la giornata consegnate le medaglie d’onore concesse dal Presidente della Repubblica ai cittadini italiani deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra e ai familiari dei deceduti. Premiate le scuole che hanno partecipato alla prima fase del concorso nazionale "I giovani ricordano la Shoah". A Genova la retata avvenne dopo quella di Roma, il 3 novembre 1943. Gli ebrei genovesi deportati nei campi di sterminio furono 210, solo 13 fecero ritorno ha ricordato Giacomo Ronzitti, presidente dell'Istituto ligure per la Storia e Resistenza.

Il sindaco di Genova Marco Bucci ha ricordato l'importanza di non dimenticare quanto accaduto nella storia con un messaggio indirizzato soprattutto ai giovani: "La memoria è parte della nostra educazione. Sulla memoria di costruisce il futuro. Il rispetto delle persone deve essere mantenuto e questo vuol dire farlo sempre, a cominciare dalle persone che ci sono vicine".

"È molto importante la memoria di quella tragica pagina di storia, ma è molto importante che se ne faccia un uso giusto - spiega Ariel Dello Strologo, consigliere della comunità Ebraica e consigliere comunale di Genova -. A volte la memoria viene utilizzata in modo sbagliato nel senso che, sapendo come sono andate le cose, le si usa per argomenti di odio e pregiudizio. È quasi un peccato aver fatto sapere le cose a delle persone che lo usano così male, invece se ne può fare un uso giusto, che significa ricordarsi che non c'è bisogno che si verifichi una nuova Shoah. Le ingiustizia sono tutti i giorni, è importante che i bambini e i ragazzi delle scuole, con i loro comportamenti a scuola, sull'autobus e nella vita di tutti i giorni, diano può dare un significato diverso a seconda che si preoccupino meno della gente che sta bene, che sta male, che soffre, che quello che si può dare una mano".

Nel mondo sono tante le situazioni complesse, dalla guerra in Ucraina a quello che si sta verificando nella striscia di Gaza e in Israele. Dello Strologo analizza: "La parola giusta è 'complessa'. L'errore più grosso che si possa fare è quello di pensare che ci siano soluzioni semplici a problemi complessi. La prima cosa è cercare di stare dalla parte della pace, cerando soluzioni attraverso il dialogo e il confronto. E poi non bisogna mai dimenticarsi che stiamo parlando di esseri umani: uomini, donne, bambini e che quindi alla fine la cosa peggiore che possiamo fare è stare dalla parte di chi incita alla violenza da una parte e dall'altra. Certo, non è facile, però questo è il vero insegnamento di questa giornata e non di fare i paragoni assurdi che sento fare in questi giorni, ma di pensare che le ingiustizie e le sofferenze praticate da esseri umani ci sono sempre e tutti i giorni e abbiamo un dovere di non rimanere inerti" conclude Dello Strologo.

Giuseppe Momigliano, rabbino capo della Comunità ebraica di Genova commenta: "In questo momento partecipare alle giornate di ricordo è fondamentale. Serve la conoscenze e la consapevolezza. C'è un rischio di ritorno di antisemitismo e razzismo. Quando queste succede è un segnale critico per la società e non riguarda solo chi è colpito. Ci sono dei problemi che la società deve affrontare e non nascondersi dietro ai problemi".