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La titolare della trattoria fra Righi e Trensasco: "Perso l'80% dei clienti"
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GENOVA-Il grande lockdown per la peste suina penalizza e rischia di fare morire le attività che vivono ai margini o all'interno nei boschi.

La conferma da Donatella Bragatto, titolare dalla Baita del Diamante, trattoria nei pressi di forte Diamante, crocevia dei sentieri del parco di Righi e di Trensasco, a Sant'Olcese, sul crinale fra la Val Bisagno e la Val Polcevera: "Abbiamo perso l'80% dei clienti" spiega la ristoratrice.

La donna, che gestisce l'attività insieme al figlio, aggiunge: "Se queste condizioni perdureranno sino a marzo per sarà durissima riprendersi perché sarà la terza primavera che saremo costretti a non lavorare, le prime due volte per il Covid, adesso per la peste suina africana che spaventa per le persone al di là dei divieti di passeggiare".

Da quando è in vigore il lockdown dei boschi il lavoro è crollato: "Noi vivevamo sul passaggio degli escursionisti e ciclisti che venivano a pranzo nei fine settimana dopo le passeggiate nei sentieri della zona, fra cui anche tanti turisti tedeschi, adesso qui non arriva più nessuno" conclude Bragatto avvertendo poi che la Baita non è chiusa e si può raggiungere in auto o a piedi dalle strade carrabili, da Genova, da via Trensasco, e dalla Valpolcevera, da Sant'Olcese.

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