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Diversi gli "ostacoli" per lo sfalcio dell'eccessiva vegetazione nel letto dei fiumi. Ecco perché si chiede da tempo di modificare le leggi nazionali
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LIGURIA - Ad ogni allerta meteo si torna a riflettere sull'importanza di pulire i letti dei rivi, praterie e selve frequentate da cinghiali più che da pesci durante l'anno, ma che dopo bombe d'acqua e nubifragi come quello nella notte tra domenica e lunedì, si trasformano preso in fiumi in piena. E se da una parte la pioggia dà sollievo al territorio, arido e secco, dall'altra rappresenta un pericolo, visti anche i fenomeni violenti e improvvisi che sempre più caratterizzano il clima in Liguria e nel resto d'Italia. A ricordarlo è proprio l'assessore alla Protezione Civile di Regione Liguria Giacomo Giampedrone che a Primocanale ha tratteggiato un bilancio di quella che è stata la prima allerta della stagione: "Per tanti danni fortunatamente contenuti che abbiamo riportato, c'è un lato della medaglia importante, perché questa pioggia ci consente di uscire dalla tenaglia di siccità che ormai da mesi accompagna la nostra regione, soprattutto sul ponente della Liguria, dove purtroppo ha piovuto meno che in altre parti".

E c'è proprio chi accusa i territori di non approfittare dei periodi più secchi per sfalciare erbacce, arbusti e a volte vere e proprie piante che sorgono negli alvei dei corsi d'acqua. "Come Regione Liguria abbiamo investito oltre 2 miliardi di messa in sicurezza del nostro territorio prima ancora che il Pnrr diventasse realtà", ricorda Giampedrone. Ma il tema dello sfalcio della vegetazione è più complicato di come sembra e vi si aggiunge anche la rimozione di materiale di sovralluvionamento.

"Il mio appello è sempre al Parlamento affinché in una materia che è di esclusiva competenza dello Stato possa semplificare le norme. I sindaci lo chiedono a grande voce per intervenire su materie di loro competenza che sono quelle dei colatori minori, in cui spesso sono inibiti anche solo da poter accedere con una ruspa a rimuovere del materiale che si è accumulato"

Proprio da Genova si è partiti a lavorare in sinergia con Regione Liguria per una accelerazione dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria sui corsi d’acqua. Regione ha ridotto al minimo le tempistiche per il rilascio delle autorizzazioni idrauliche relative agli interventi in alveo. L’obbiettivo è di procedere con autocertificazioni da parte del Comune, modificando la normativa regionale, al fine di accelerare i tempi per le autorizzazioni. Ma secondo le normative nazionali, a rallentare l'iter è la necessità di verifiche di compatibilità ambientale e ittiologica. Da anni se ne parla, eppure tutto tace, comportando notevoli rallentamenti nelle procedure. 

Senza poi contare altri due aspetti, ovvero che per rispettare l'equilibrio naturale si possa soltanto tagliare la parte superiore della pianta, mantenendo inalterati gli apparati radicali che hanno il compito di “trattenere” il suolo, e che ogni proprietario del mappale catastale confinante con il corso d’acqua, ovvero il cosiddetto “frontista”deve per legge provvedere alla manutenzione del tratto d’alveo confinante con la sua proprietà.

"Spero che qualche parlamentare ligure o ligure voglia finalmente aiutare anche noi ad accompagnare i territori in questa materia. Sembra sempre che siamo tutti d'accordo, ma poi trova qualche ostacolo a livello nazionale"

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