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GENOVA - Giuseppe Matti Altadonna e Gianluca Ardini. Un destino incrociato quello del papà di Luigi Altadonna, 34enne precipitato e morto durante il crollo di Ponte Morandi con il furgone su cui viaggiava insieme al collega Gianluca, uno dei pochi sopravvissuti alla tragedia. "Voglio ringraziare Gianluca per essere qui con noi oggi", ha detto Giuseppe Altadonna davanti al tribunale, in attesa dell'inizio dell'udienza, intervistato ai microfoni di Primocanale insieme alla moglie, al fratello di Luigi, e a Giuseppe.

"Quello che interessa a noi è solo la giustizia, una giustizia veloce, serie e severa per i reati che hanno commesso questi signori - ha spiegato Altadonna -. In questi anni non è cambiato nulla. Lo Stato sapeva fin dall'inizio in mano a chi avevano dato la gestione delle autostrade. Anche a livello politico abbiamo ricevuto tante pacche ma poi sono scappati tutti perché chi in un modo o in un altro ha di fatto le mani legate con i Benetton".

Non solo loro, davanti al palazzo di Giustizia tutti: genitori, fratelli, compagni, mogli, mariti, figli e nipoti di chi il 14 agosto 2018 ha perso la vita a causa del crollo.  uno sforzo ciclopico essere qui ogni volta - spiega Egle Possetti, presidente del comitato ricordo Vittime ponte Morandi davanti al tribunale di Genova. Giornata difficile ma molto importate, inizia un percorso lungo e faticoso ma che speriamo possa portare alla giustizia per la nostre famiglie. Ci aspettiamo ancora schiaffi e pugni, siamo pronti a vedere di tutto. Con i documenti che abbiamo visto si potrebbe chiudere anche qui ma il nostro è un paese garantista ed è corretto si svolga il processo".

Processo Morandi, Possetti: "Ci aspettiamo ancora schiaffi e pugni, combatteremo" - LA NOTIZIA

"È una giornata difficile, come lo sono state molte altre da quel maledetto giorno - spiega Paola Vicini, mamma di Mirko - . Ma è anche una giornata che ci dà la forza di andare avanti. Certo, è un'altra prova da affrontare ma lo facciamo tutti insieme. Per questo voglio ringraziare anche Gianluca (Ardini ndr). So che per lui è è molto difficile, ma insieme ce la faremo: siamo uniti e facciamo fronte". "Ciò che è ho ascoltato in questo anno sono tanti tentativi da parte della difesa di arrampicarsi sugli specchi con richieste assurde. L'unica cosa che mi dispiace è che non sono stata sempre presente durante le udienze preliminari. Mirko mi dà la forza, ce la farò anche oggi" conclude.

"La ferita è ancora sanguinante" spiega Barbara Bianco compagna di Andrea Cerulli mentre Raffaella Bello che in quel 14 agosto ha perso il fratello Francesco dice: "I nostri cari sono andato incontro a una morte assurda e meritano giustizia. Queste persone devono pagare, forse solo a quel punto avremmo un minimo di sollievo". Anche Emmanuel Diaz, fratello di Henry davanti al tribunale: "La verità ha retto il confronto, ha dimostrato di essere così solida da reggere gli attacchi portati avanti dalla controparte". 

Al via ufficialmente il processo per il crollo di ponte Morandi avvenuta il 14 agosto del 2018 e costata la vita a quarantatré persone: al tribunale di Genova con un collegio giudicante presieduto dal giudice Paolo Lepri (a latere Fulvio Polidori e Ferdinando Baldini) prende il via il percorso chiamato a fare giustizia sulla tragedia. In tutto 59 imputati compreso le società Autostrade per l'Italia e Spea, la società di ingegneria che avrebbe dovuto controllarla, oltre a pezzi del ministero delle Infrastrutture (LEGGI QUI).

 

 

 



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