"Le sorti di Taranto, dalle quali dipendono anche quelle di Genova, sono un tema che riguarda tutta la città e non solo Cornigliano. Il Governo ha presentato il suo piano per la decarbonizzazione, un piano che parla sicuramente di sviluppo, che parla di nuovi posti di lavoro, ma sul quale ci sono molte incognite e che bisogna ovviamente approfondire". Così la sindaca di Genova Silvia Salis risponde dopo che, all'interno dei due piani del Governo per portare avanti la decarbonizzazione dell'ex Ilva (oggi Acciaierie d'Italia spa), esiste il progetto per un forno elettrico destinato all'impianto genovese di Cornigliano, capace di produrre due milioni di tonnellate all'anno. La prima cittadina preferisce essere prudente mettendo sul piatto qualche interrogativo di fatto lasciando un po' deluso il pubblico intervenuto al convegno sul futuro della siderurgia a Genova organizzato dalla Fiom Cgil.
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"Necessario un tavolo con Governo, Regione, Comune, sindacati e le parti sociali di Genova"
"Innanzitutto, chi paga questo investimento? È un investimento che si aggira tra i 5 e gli 8 miliardi. Il secondo tema è la reale ricaduta occupazionale, ma poi il tema che sta più a cuore a tutti è qual è la sostenibilità ambientale e sociale di questo progetto - spiega Salis -. Quindi questi chiaramente sono tutti elementi che devono essere verificati e proprio per questo credo che sia necessario un tavolo che coinvolga il Governo, la Regione, il Comune, i sindacati e le parti sociali di Genova e del Nord Italia. Vedrò domani il Ministro Urso, col quale ho avuto frequente interlocuzione in questi giorni. Chiaramente la posizione di Genova è la posizione di una città che vuole capire di più di questo progetto, dove si trovano le risorse, quale sarà la ricaduta occupazionale e vuole capire quali sono le garanzie di sostenibilità ambientale di questo progetto".
Le altre posizioni
Il convegno organizzato dalla Fiom Cgil aveva come obiettivo quello di spiegare i vantaggi di un forno elettrico e quindi quella di Silvia Salis si è dimostrata essere di fatto l'unica voce fuori dal coro. Favorevole ovviamente il viceministro Edoardo Rixi intervenuto in videocollegamento che ha spiegato la volontà del Governo e favorevole anche Alessio Piana, consigliere delegato di Regione Liguria intervenuto in rappresentanza del presidente Bucci.
Parole di grande ottimismo quelle di Stefano Bonazzi, segretario generale della Fiom Genova: “Per la prima volta, il forno elettrico entra in un piano industriale approvato dal Governo: da oggi quella che era una discussione accademica diventa concreta. Un forno elettrico a Genova significa fino a 800 lavoratori potenzialmente coinvolti, vuol dire raddoppiare gli addetti dell’impianto genovese. È uno sviluppo occupazionale importante, non solo in termini di numeri ma anche di qualità del lavoro".
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