Politica

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Volendo fare una prima, seppur sommaria analisi del voto amministrativo di domenica e lunedì scorsi, alcune evidenze appaiono immediatamente chiare.
Il voto amministrativo non accetta radicalizzazione politiche che sconfinano nella volgarità o costrizioni a scelte di campo tantomeno si piega a richieste di referendum “ad personam”: Milano insegna con la sconfitta politica di Silvio Berlusconi.

• Gli elettori, che non sono più il “popolo bue,” vogliono scegliersi il proprio Sindaco (visto che non possono scegliere i propri rappresentanti in Parlamento) e voglio essere governati bene;
• che i giochini e gli equilibrismi politici che impongono candidati dall’alto anche attraverso le così dette “ primarie” se non sono “vere primarie” (come a Milano a differenza di Napoli), non pagano. Il risultato del candidato De Magistris dell’IDV, che è partito alleato del PD nel centro sinistra a livello nazionale, fa emergere che le scelte cadono sull’uomo, e la capacità dello stesso di trasmettere “speranza e non riconoscenza” specie per una città martoriata da mille problemi come Napoli;
• che l’indiscusso successo delle liste dei così detti Grillini, attenti ai valori ambientali e non solo (Liste 5 stelle) hanno raccolto, da una parte la protesta e la stanchezza di un Paese prostrato da politiche poco attente ai bisogni, dall’altra la voglia di pulizia nei confronti di una politica imbalsamata in desueti bizantinismi se non addirittura prona ai desideri dei Leader;
• che sindaci che hanno governato bene le loro città vengono rieletti o se impossibilitati per scadenza del secondo mandato “tirano” la volata al nuovo candidato nel segno della continuità cosa che è puntualmente successa a Torino dove Piero Fassino, politico di lungo corso che ha ricoperto prestigiosi incarichi a livello di governo e di partito è  eletto con il 57% ed è la naturale continuità dell’azione amministrativa di Sergio Chiamparino che è stato un ottimo Sindaco.

E in Liguria? Si conferma vincente, con la larga affermazione di Federico Berruti a Sindaco di Savona città capoluogo e quindi test importante, l’architettura politica costruita da Claudio Burlando per le ultime elezioni regionali. Architettura che vede i partiti che vanno da Sinistra e Libertà fino all’UDC governare senza troppe fibrillazioni. Deludente credo sia invece il risultato della lista FLI a Savona, città del coordinatore regionale Enrico Nan che raccoglie solo 1,5 punti percentuali nel volto di lista. Sonora è la sconfitta del centrodestra ad Alassio città del consigliere Marco  Melgrati già sindaco e oggi consigliere regionale del PDL. Naturali riconferme invece per i sindaci uscenti in virtù del buon governo delle città.

Alla luce di questi risultati credo che a  Genova il PD dovrà fare un’attenta analisi di quello che è successo a Napoli. Analizzi se Marta Vincenzi, (al di la dei suoi aspetti caratteriali che sono sempre soggettivi) ha governato bene, se ha risposto ai bisogni dei cittadini, tutti, sia suoi elettori che non, se la qualità della vita, nonostante le restrizioni economiche imposte dal Governo con i tagli trasversali, è migliorata e se gli obiettivi di legislatura sono stati raggiunti. Se sarà cosi la riconfermi candidata per un nuovo quinquennio senza inutili primarie.   Altrimenti proceda pure ad analisi e verifiche ma scelga e scelga in fretta. E Marta Vincenzi non faccia l’errore di cercare altre alleanze o “strane alchimie politiche” per restare ad ogni costo a galla ma comprenda che i cittadini elettori le chiederanno conto solo del suo operato.