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"Il big bang può non essere stato l'origine dell'universo, ma un momento, un evento periodico che si ripete ogni trilione di anni": è la nuova teoria sull'universo ciclico illustrata oggi al Festival della Scienza di Genova dall'astrofisico statunitense Paul Steinhardt, che per la prima volta in Italia ha parlato del suo libro scritto con Neil Turok, "Universo senza fine" (ed. il Saggiatore) uscito il 23 ottobre scorso. "La teoria classica del big bang, spiegazione sulla nascita del cosmo finora più accreditata - ha detto il professore dell'università di Princeton - si basa sull'idea che spazio e tempo abbiano avuto inizio 14 miliardi di anni fa. L'alternativa invece è che esistessero già prima". Steinhardt insieme al fisico dell'Università di Cambridge Neil Turok nel 2001 ha proposto per la prima volta al mondo scientifico la nuova teoria sull'universo senza fine. Secondo i due studiosi il bing bang non è il momento germinale della storia, ma un evento ciclico coincidente con la collisione tra il nostro universo e un mondo parallelo. "L'endless universe theory - ha continuato Steinhardt - risolve numerosi dubbi della teoria classica del big bang, unendo in un unico sistema la fisiche e le 'sacche' differenti in cui finora è stato diviso l'universo. E' un'alternativa concreta in continuo sviluppo sulla nascita di pianeti, stelle e galassie. In questo momento il mondo potrebbe andare verso un nuovo big bang".