Seconda udienza oggi, davanti al giudice monocratico Deplano del tribunale di Genova, del processo per la sottrazione di Vika, la bambina bielorussa di 10 anni tenuta nascosta due anni fa per 20 giorni dai coniugi 'affidatari' Giusto di Cogoleto. Come primo teste dell'accusa è stata sentita Antonietta Simi, la neuropsichiatra genovese che assieme alla dottoressa Luisella Battaglia ebbe in cura Vika su incarico del Tribunale dei Minori di Genova. Le due dottoresse accompagnarono poi Vika in Bielorussia, in merito al ritorno in patria di Vika, avvenuto di notte, la dottoressa Simi ha raccontato che la bambina, nonostante fosse eccitata dagli ultimi avvenimenti, fece un viaggio sereno tanto che non dovette darle alcun sedativo. Nei mesi successivi in Bielorussia, sempre sotto osservazione delle due neuropsichiatre, Vika continuava a ripetere: "Voglio tornare in Italia dai miei genitori dalla mia famiglia. Manca solo un documento". La dottoressa Simi ha detto di aver lavorato insieme alla collega per far capire a Vika che la cosa non sarebbe stata tanto semplice.
Cronaca
Continua processo Vika, sentiti test
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