cronaca

La prima puntata in onda lunedì 25 ottobre e on demand sul sito Primocanale.it
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Dieci anni fa, nell?autunno del 2011, la Liguria fu in parte sconvolta da una serie di violenti nubifragi che, nello spezzino e a Genova si trasformarono i tragiche alluvioni. Nella notte tra il 24 e il 25 ottobre una valanga di acqua e fango provoc tredici vittime in val di Vara, val di Magra e nelle meravigliose Cinque Terre. In sei ore caddero oltre 500 millimetri di pioggia. Il fango travolse paesi, strade, piazze. Un disastro per Borghetto Vara, Monterosso, Vernazza, Pignone, Brugnato Rocchetta Vara e Aulla.

Decine di paesi irraggiungibili, autostrada bloccata dalle frane, telecomunicazioni interrotte. Nel complesso l'alluvione del 25 ottobre 2011 provoc la morte di tredici persone tra lo Spezzino e la vicina Lunigiana, facendo otto vittime solo nel comune di Borghetto Vara, tre a Vernazza e una a Monterosso. Il corpo di un disperso fu ritrovato il 10 novembre al largo di Saint Tropez.
Primocanale immediatamente diede inizio alla sua lunga diretta, sempre a fianco della popolazione, testimoniando ora per ora il disastro e il dramma di migliaia di abitanti. I nostri inviati raccontarono la tragedia ora dopo ora, sfidando le condizioni atmosferiche, mettendosi a disposizione della popolazione. Le immagini dell?archivio video di Primocanale danno una idea di che cosa era accaduto, dell? immensa devastazione che l?ondata di fango stava provocando.

Si contano troppe vittime, da subito. Le notizie sono tragiche. Borghetto Vara una delle localit che ha subito pi danni. Poi Aulla, poi le meravigliose Cinque Terre che sembravano un luogo di poesia e quindi inviolabile. Monterosso, Vernazza invase dal fango e dai detriti, un sacrilegio per uno dei paesaggi a disposizione del mondo.

Di fronte alla furia del maltempo non ci fu nulla da fare. I nostri cronisti raccolsero le voci della disperazione, del dolore e della rabbia. E della voglia di ricostruire. Poi cominci la macabra restituzione dei corpi dei poveri dispersi. Li restituiva il mare che li aveva rapiti. Molti giorni dopo, dalla Francia, dalla Costa Azzurra, da Saint Tropez. A dieci anni di distanza, per non dimenticare, abbiamo deciso di rileggere questa terribile storia. Di riproporre quelle immagini e le nostre memorabili ?dirette?, dalla mattina alla sera, senza interruzione.

Lo abbiamo fatto con i colleghi di allora e di oggi. Da Marco Rocca a Andrea Scuderi, da Francesca Baraghini oggi volto familiare nei tg di Sky a Elisabetta Biancalani, da Nr El Gawohary a Giuseppe Sciortino, da Luca Russo al sottoscritto che allora dirigeva la televisione. E con alcune preziose testimonianze di oggi.La rievocazione non finisce qui. Proseguir con Genova. Dieci giorni dopo, il 4 novembre, un maledetto venerd, la furia si abbatte sul capoluogo.

E? piovuto tutta la notte del 3 novembre a Genova. Tutta la notte una valanga di acqua, gi, senza un attimo di tregua. Il livello del Bisagno ai limiti di guardia, ma il disastro arriva spietato il 4 novembre. E? un venerd, alle 13 erano gi caduti 300 millimetri di pioggia concentrati soprattutto su un torrente: il Fereggiano. Arriva devastante un picco eccezionale di piena che il letto del rivo non ce la fa a contenere. In pochi minuti la strada stretta, una biscia tra i casermoni degli anni ?60 e ?70, si trasforma in un fiume alto oltre un metro che salta fuori dal letto e invade tutto.

Quell?onda impressionante. Non risparmia niente e purtroppo nessuno. All'altezza del numero 2/b dove la strada la strada fa una curva, in questo portone, ha cercato scampo Shpresa Djala, con le sue due piccole. Un uomo che scende le scale, le cerca disperato, ma poco dopo esce. Ha in braccio il corpo di una bambina. La lascia nelle braccia di Flamur Djala, il padre. La sua famiglia sepolta l sotto quell?androne maledetto. Poco distante Angela, 40 anni, sta tornando a casa dal liceo con il figlio quindicenne. L?auto travolta, imprigionata. Un benzinaio, Francesco Plateroti riesce miracolosamente a salvare il ragazzino, ma Angela non ce la fa.

E non ce la fa Serena, soltanto 19 anni. Muore in via Fereggiano ma riuscita a salvare il fratellino di 14 anni. Lei era andata a prenderlo a scuola. Evelina Pietranera, Marina per tutti, aveva 50 anni e vendeva giornali nell?edicola di via Fereggiano. La pioggia non smette. La citt stravolta. Primocanale fa il suo servizio pubblico. Dirette dopo dirette, collegamenti continui, cronisti, cameramen e tecnici in stivaloni. Luca Russo sul Fereggiano dieci minuti prima della spaventosa ondata. Dopo il Fereggiano tocca al Bisagno che esce dagli argini e annega Borgo Incrociati. Non solo. Dopo il fiume di fango in corso Sardegna, tocca a Brignole, a Corte Lambruschini, persino a via XX Settembre con l?affondamento dei sottopassi. Galleggiano le auto, galleggiano i cassonetti. L?acqua melmosa vince le saracinesche abbassate e entra nei negozi. Si decide per l?indomani la chiusura delle scuole.

Gi, le scuole aperte. Questa decisione sar il nodo della pesante accusa al Comune e alla sindaco Marta Vincenzi. Perch le scuole non sono state chiuse?
L?Arpal aveva dato un allarme il giorno prima, ma nessuno si aspettava una simile catastrofe. Genova rester isolata per ore. L?allarme si sposta a Levante. Le autostrade sono bloccate.Marta Vincenzi, quel terribile giorno, impegnata in una importante riunione istituzionale. Comincia una contestazione nei suoi confronti, che cresce di ora di ora.

Primocanale in diretta quel pomeriggio del 4 novembre chiede a gran voce che la giunta comunale si faccia sentire. Che qualcuno vada sul Fereggiano e sul Bisagno. Che il sindaco parli in televisione alla popolazione. La sindaca molto scossa arriva sul posto. Ha lo sguardo impietrito e stravolto. La contestano. Grida: ?Mettetevi in salvo!" Non c? altro da fare. "E? come se ci fosse una guerra in corso. Sono distrutta. Mai vista una cosa cos in tutta la vita. Uno Tsunami? . Ma la rabbia sale. La gente chiede il perch del ritardo nell?allarme. Perch le scuole aperte? Sei morti, mamme e bambine.

Le parole della gente del Fereggiano davanti alle telecamere di Primocanale squarciano la giornata. ?Vergogna vergogna, dimissioni, dimissioni? gridano.
La sera in un dibattito televisivo, il confronto assume toni davvero drammatici. Genova si sveglia sotto choc. Insieme ai soccorritori di professione ci sono gli Angeli del fango. Ragazzi e ragazze, pronti a spalare, togliere , ripulire, aiutare, soccorrere, consolare. Sono meravigliosi. I genovesi li abbracciano.

Comincia una lunga pagine giudiziaria, quando la procura genovese apre ufficialmente un fascicolo di inchiesta in seguito al decesso delle sei persone per disastro e omicidio colposi. Il Comune ha proclamato luned giornata di lutto cittadino. Il giorno dei funerali delle sei vittime la citt ammutolita.
Il fango rester sulle strade per giorni e giorni, come il testimone inamovibile di una tragedia con molti responsabili. Intervengono gli esperti. Fereggiano e Bisagno sono sotto accusa . Si riparla dello scolmatore, tanto invocato dal 1970 e mai realizzato.

La storia giudiziaria durer dieci anni. Fino a oggi. Dieci anni di processi, accuse, difese, sentenze pesantissime. Mezza giunta comunale sul banco degli imputati. Un calvario per i parenti dei morti costretti a ripercorre le ore del loro terribile dolore.
Un calvario anche per Marta Vincenzi. Oltre alla sua personale angoscia, la tragedia segner la fine della sua carriera politica, da presidente della Provincia a europarlamentare a sindaco.

In ballo c? anche l?ora dell?allarme. Vengono sequestrate come prove alcune immagini dei tg e delle dirette di Primocanale. Le sentenze sono durissime. Il 23 giugno 2020 patteggiando, la pena per la sindaca viene ridotta a 3 anni di reclusione. Poi la cronaca di questi giorni. Marta Vincenzi chiede l?affidamento ai servizi sociali (a cui ha dedicato la sua vita dal giorno della tragedia) che le stato concesso il 5 ottobre dal Tribunale di Sorveglianza.

Intanto, finalmente dopo decenni di parole al vento, viene realizzato lo scolmatore. Dovrebbe garantire pi sicurezza a Genova e ai suoi abitanti. Questa la speranza, anche se, quando piove, gli occhi dei genovesi guardano sempre con timore e ansia quei torrenti infidi. E pregano. Che non accada pi quello che successo troppe volte.

La rilettura che Primocanale offre con questa docuserie ai liguri e a chi ha vissuto e ricorda quelle ore una testimonianza importante. Le immagini dell?archivio della televisione, migliaia di video, testimoniano meglio di ogni parola. Ma il racconto dei nostri giornalisti, tutti allora giovanissimi, la pi vera e drammatica narrazione. Insieme alle parole di alcuni protagonisti. Il film in pi puntate, parte luned 25 ottobre e andr avanti il 4 novembre seguendo il calendario di quelle giornate.