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Questa sera alle 19.30 e domenica alle 14.30 in “Presa diretta”
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Dopo l’olio e le nocciole, la cui produzione è stata danneggiata pesantemente dalla siccità di questa estate, anche per le castagne si preannuncia, anzi si è già di fatto verificata, una pessima annata sempre a causa del clima che ha provocato una cattiva idratazione degli alberi che di conseguenza non hanno sviluppato castagne in salute ma, al contrario, frutti piccoli e secchi. Se ci aggiungiamo il cinipide, una bestiolina che uccide gli alberi, e il vento che da un paio di settimane a questa parte ha soffiato sulla Liguria (dichiarando per ora anche la fine dei funghi che invece erano esplosi nei giorni precedenti), ecco che a terra nei boschi si trovano ricci chiusi e ancora verdi, con dentro castagne molto “magre”:


“Di solito i ricci le rilasciano mentre sono ancora sull’albero, restano un po’ appesi e poi cascano, invece in questo caso sono quasi tutti già a terra” spiegano Patrizia e Pietro, che ci accompagnano tra i castagneti della Val Cichero, nel Comune di San Colombano Certenoli. Ma qui pare di essere anni luce lontani dalla stretta Valfontanabuona, qui sotto il monte Ramaceto, un anfiteatro naturale che si apre verdi: “Si narra che centinaia di anni fa il monte fosse chiuso e poi si sia aperto, dando origine alla val Cichero, ecco perché sembra che non c’entri nulla con la Fontanabuona” ci raccontano.


E poi visita al mulino antichissimo di Pietro, dove dalle macine secolari escono farina gialla di mais, dove le pannocchie sono custodite appese nel retro, dove la farina di castagne è prezioso ingrediente per piatti gustosi come il castagnaccio, le “picagge matte” o le trenette "avantaggiate".